Il treno dei desideri. TRENORD: nuova società, vecchi problemi

Il treno dei desideri. TRENORD: nuova società, vecchi problemi

Treni in condizioni pessime, prezzi sempre più alti, tagli ai trasporti. L’ennesimo colpo basso della crisi.

Bergamo. Dal 1° Maggio 2011 nasce definitivamente Trenord, l’unica società (il cui capitale è diviso equamente tra Trenitalia e Ferrovie Nord Milano S.p.A) ad avere la gestione delle ferrovie in Lombardia. La speranza, fin dal principio debole, di vedere un miglioramento del trasporto ferroviario, è stata vanificata dal deludente e manifesto risultato di questi ultimi mesi: l’ennesimo rincaro del prezzo del biglietto. La crisi imperversa e il diritto alla mobilità sembra essere sempre più elitario.

Aumenti inspiegabili per i pendolari ormai giunti ad un livello di saturazione quasi insanabile. Frequenti i disagi legati alla sporcizia dei vagoni, alla totale mancanza dell’aria condizionata (addirittura il 43% dei treni è priva di impianti, senza contare i guasti di routine) e, ultimamente, alla chiusura di carrozze. Tutto questo è dovuto alla nuova politica di Trenord di non assumere personale, arrivando così ad avere un solo controllore per treno (e non un capotreno ed un controllore come prima), che per legge non può gestire più di un certo numero di vagoni. Un’ altra novità è stata l’introduzione di due agenti di vigilanza privata, nello specifico della GF Protection, assunti con contratti svincolati dai primari diritti lavorativi, che accompagnino il controllore durante lo svolgimento del suo lavoro. Agenti, secondo Trenord, assunti per garantire la sicurezza sui treni(?) e per contrastare l’accattonaggio(?).

Tirando le somme, i pendolari si sono ritrovati con un costo del biglietto elevato e orari, corse e treni invariati (eccezion fatta per qualche vettura concessa da LeNord ). La vera novità sono proprio le guardie che scortano il controllore, pronte, come già segnalato, ad intimidire anche il viaggiatore più polemico.
Ma la questione va ben oltre un mero discorso di rapporti tra costi, quantità ed efficienza; il vero problema è quello di una crisi globale, ormai non più lontana, che non riguarda solo il mondo delle banche e della finanza, ma che sta avendo ripercussioni pesanti soprattutto sul cittadino.

Il rincaro dei biglietti non è altro che l’ennesimo fardello che il governo scarica sulle spalle del singolo. A riprova di ciò Biesuz, amministratore delegato di Trenord, dichiara che con la definitiva conferma dei già annunciati tagli ai trasporti, la società sarà costretta a eliminare circa un treno su due. Il che comporterà un importante problema occupazionale all’interno dell’azienda. Anche Cattaneo, assessore regionale dei trasporti, schierandosi dalla parte dei pendolari, afferma che tagli di questa entità riporteranno indietro la Lombardia alla situazione di un anno fa.

Prontamente, il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti della Lega, Castelli si rifà al demagogico slogan “c’è chi vive peggio” portando l’esempio dell’Inghilterra, quattro volte più cara a parità di tragitto, senza considerare che in Europa il costo del servizio è maggiore, ma commisurato a una qualità ed una organizzazione senza dubbio superiore alla nostra. Il viceministro per concludere accusa le “retrograde” mentalità delle regioni che ancora si ostinano a chiedere soldi a Roma. Ma Roma non era ladrona?

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