Cividate al Piano – Si è tenuto oggi il processo contro Mohammed, il 30enne accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale nei confronti del comandante della polizia locale Massimiliano La Ruccia. Il giudice Valeria de Risi ha deciso per l’assoluzione su tutti e tre i capi d’accusa perchè il fatto non sussiste e perchè il fatto non costituisce reato.
Il marocchino era stato arrestato la sera di venerdì 8 giugno a Cividate, dopo un controllo dei documenti in linea con il piano di monitoraggio delle presenza di cittadini extracomunitari messo in atto dal comune e dal sindaco Luciano Vescovi della Lega Nord. Secondo la ricostruzione dell’agente di polizia, alla richiesta dei documenti, il marocchino avrebbe tentato la fuga. Gli agenti lo avrebbero raggiunto nei pressi di un bar del paese, poco prima che lui si infilasse in un garage. E’ qui che pare sia iniziata la collutazione tra Mohammed e La Ruccia, che si è conclusa con 25 giorni di prognosi per l’agente per sospetta frattura alla mano destra. In seguito il marocchino sarebbe stato arrestato e portato in municipio, a causa della mancanza di una cella di sicurezza presso la caserma dei Carabinieri di Martinengo. Lì sarebbe stato piantonato a turno sia dagli agenti che dal sindaco Vescovi in persona, ma come nei migliori film polizieschi, l’arrestato si sarebbe dato alla fuga dalla finestra approfittando del fatto che il suo piantone si era distratto per guardare fuori dalla finestra. I Carabinieri lo hanno infine rintracciato nei pressi del bar dove tutto era cominciato e arrestato.
Il giudice, che ha condotto il processo iniziat0 il 9 luglio, ha però avuto qualche dubbio riguardo la ricostruzione dei fatti. Una barista che lavora nel bar dove il marocchino è stato preso, infatti, avrebbe detto che sarebbero l’agente stesso a trascinare il ragazzo dentro il garage. Il testimone ha anche prodotto delle foto del garage in cui è avvenuta la colluttazione, enormi chiazze di sangue del ragazzo immigrato, visto che La Ruccia si era ferito alla mano ma non presentava alcuna escoriazione. Inoltre la barista sostiene che La Ruccia abbia velocemente chiuso la porta quando alcuni avventori del bar si sono avvicinati per vedere cosa stava succedendo. Quello che fino ad ora i giornali non hanno detto è che Mohammed, dopo essere fuggito dal municipio, è tornato spaventato al bar del paese per chiedere aiuto e ha chiesto lui stesso alla barista di chiamare i carabinieri di Martinengo, impaurito per il feroce pestaggio subito. Mohammed ha anche raccontato che prima di essere portato in municipio è stato all’ospedale perchè gli venisse cucita la ferita alla testa provocata dal calcio della pistola La Ruccia gli avrebbe intimato di dichiarare che la ferita se l’era procurata cadendo. La sua prognosi è stata di soli 10 giorni, per una ferita alla testa che ha necessitato di alcuni punti di sutura. E’ curioso notare come una ferita alla testa procuri meno giorni di prognosi rispetto a una sospetta frattura, sarebbe ancora più interessante capire come La Ruccia si sia fatto male alla mano destra quando lui stesso ha dichiarato di essere stato colpito dalla sua sinistra.
Non è la prima volta che il comandante La Ruccia si trova coinvolto in risse con persone da lui fermate. Come si evince da alcuni commenti pubblicati sulla pagina Facebook del comune di Cividate (“Ho sentito voci che dicono che il nostro sceriffo non ce l’ha fatta nemmeno stavolta a tenere le mani in tasca…”), il comandante ha una discreta fama in paese.
La Ruccia è stato trasferito nel 2006 da Taranto a Cividate e da allora si è reso protagonista di diversi episodi simili a quello raccontato. Nel febbraio 2012 infatti, un altro marocchino aveva sporto denuncia contro l’agente, sostenendo di essere stato picchiato e minacciato con un coltello, durante un controllo dei documenti. I fatti sarebbero successi all’interno della caserma dei vigili e pare anche che il comandante abbia giustificato i suoi gesti dicendo al marocchino di “voler pulire il paese”. Il ragazzo marocchino ha recentemente chiesto di ritirare la denuncia. Nell’agosto 2010, a La Ruccia erano stati diagnosticati i soliti 25 giorni di prognosi dopo una lite con un ragazzo rumeno, sempre durante un controllo.
Mohammed è stato assolto anche grazie al coraggio di chi ha voluto semplicemente testimoniare la verità. Mohammed non può permettersi di pagare un avvocato per promuovere un giudizio contro lo sceriffo di Cividate. A Mohammed rimangono le botte, la paura, le minacce, i giorni di carcere al Gleno e i punti di sutura. Al comandante La Ruccia resta invece la certezza di non avere ripercussioni legali, nonostante la Procura abbia smentito le sue accuse. Prendersela con chi ha difficoltà a difendere i propri diritti ha i suoi vantaggi.
ma dove lo trovate un altro paese che vi offre così tanto materiale: sbirri, sole delle alpi, cementificio ecc. ecc……