Nasce il collettivo medico bergamasco

Zingonia – Da circa un mese in provincia di Bergamo è attivo il collettivo medico bergamasco.

L’esigenza che ha spinto questo gruppo di persone, che per lavoro già vivono nel mondo della sanità, è quello di rivendicare il diritto al libero e incondizionato accesso alle cure mediche per tutti. L’esempio a cui fanno riferimento è quello dell’Ambulatorio Medico Popolare che lavora ormai da quasi vent’anni nella realtà metropolitana di Milano.

L’analisi da cui parte il lavoro del collettivo è quella di una asimmetrica struttura di accessibilità ad alcuni servizi basilari del welfare come quello della salute, dentro al quale si ritagliano segmenti di popolazione che ne rimangono sempre più esclusi: la progressiva privatizzazione delle strutture ospedaliere e la consistente riduzione di ambulatori pubblici a favore di cliniche super-attrezzate private, hanno introdotto nel sistema sanitario logiche economiche che lo rendono sempre più esclusivo.

Il problema è trasversale a varie fasce della popolazione, dalla componente migrante e straniera agli strati sociali impoveriti dalla crisi: in assenza di una residenza regolarmente registrata, non c’è infatti possibilità per l’ASL di rilasciare la tessera fiscale che garantisce l’accesso alle prestazioni mediche di base. Chi, quindi, perde la casa e la conseguente residenza rimane escluso dai circuiti sanitari e lo stesso vale per gli abitanti di case occupate, che, con l’articolo 5 del decreto legge Lupi del 20 maggio 2014, non hanno possibilità di farsi riconoscere la residenza. Tutto ciò delinea, quindi, nuovi perimetri di esclusione ed emarginazione sociale.

Attualmente, il collettivo condivide gli spazi con lo sportello del Comitato Zingonia presso la palazzina Anna 1 nel comune di Ciserano, anche se l’intenzione del collettivo è quello di trovare una sede fissa espandendosi nel territorio di Zingonia e altrove.

Il collettivo ha deciso di iniziare proprio da quel territorio per le sue caratteristiche specifiche che lo hanno reso emblema provinciale del disagio e dell’esclusione sociale, con un’altissima percentuale di abitanti di origine straniera e con un tessuto sociale sempre più frantumato e discontinuo che lo rende un’ottima vittima per interventi di riqualificazione speculativi.

In questo contesto, il lavoro del collettivo si indirizza fin da subito verso la componente migrante, quella che sente maggiormente i problemi legati all’assistenza sanitaria: una non corretta trasmissione delle informazioni su quelli che sono i diritti in ambito medico a cui un migrante (anche se irregolare) può avere accesso unita ad un timore di fondo di una possibile denuncia di irregolarità nel momento in cui ci si rivolge a strutture sanitarie, hanno estromesso quasi totalmente la popolazione migrante da qualsiasi circuito sanitario pubblico.

Per questo motivo, il collettivo ha allestito in primis uno spazio informativo dove si possono ottenere informazioni riguardo ai diritti che si hanno in ambito sanitario, a che tipo di cure si può avere accesso gratuitamente, alle procedure tecniche per richiedere e ottenere il codice STP, sostitutivo del codice fiscale per la popolazione straniera, a quali possono essere le conseguenze penali nel rivolgersi a ospedali.
Oltre a quest’attività informativa, il collettivo vuole realizzare anche un ambulatorio medico e ostretico-ginecologico, dove si potranno fornire aiuti medici concreti.

L’obiettivo del collettivo però non è solo fornire aiuto e consulenza sanitaria volontaria secondo una logica prettamente assistenzialista. La volontà è anche quella di creare dei circuiti di solidarietà e mutualismo tra abitanti di uno stesso territorio, reti e individui che si mettano attivamente in gioco per riqualificare dal basso un territorio ormai dato per spacciato.
Non solo: la progettualità del collettivo intende, parallelamente al lavoro informativo e ambulatoriale, giungere ad un livello politico istituzionale facendo leva e pressione alle autorità competenti affinché vengano inclusi nei processi sanitari anche quelle persone che ad oggi, per differenti motivi, ne sono escluse.

Per chi fosse interessato o volesse contribuire al progetto, può scrivere all’indirizzo e-mail collettivomedicobg@inventati.org

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