Bergamo – Un 14 novembre di lotta in tutta Italia: così era stato lanciato lo sciopero sociale, con l’obiettivo di portare in piazza le diverse componenti sociali, riunite in nome della lotta al Jobs Act, al piano casa, alla riforma della scuola e alle grandi opere. Come in diverse città, anche a Bergamo oggi lo sciopero sociale ha portato in piazza centinaia di studenti e studentesse, precari e precarie, disoccupati e disoccupate, movimenti per la casa e contro l’Expo, che hanno sfilato in un unico corteo in tutto il centro della città, mandando il traffico in tilt per diverse ore.
Hanno iniziato prima delle otto i collettivi studenteschi, che si sono radunati davanti alle scuole, in particolare gli istituti Mamoli, Caniana e il liceo artistico, denunciando la privatizzazione dell’istruzione, la carenza di fondi per le scuole pubbliche e la vuota retorica della “buona scuola”, per poi dirigersi in corteo fino al piazzale della stazione, dove era prevista la manifestazione alle nove.
In contemporanea, il comitato di lotta per la casa con i lavoratori e le lavoratrici della Cub si è diretto verso la sede provinciale del Pd, in via s. Lazzaro, per ottenere risposte concrete sulla negazione delle residenze nelle occupazioni in conseguenza dell’articolo 5 del piano casa: questo provvedimento vieta infatti la residenza, l’allacciamento delle utenze a chi occupa una casa, togliendo così a centinaia di famiglie la possibilità di usufruire dei diritti primari. Il segretario provinciale del Pd Gabriele Riva, non presente nella sede al momento, è stato raggiunto telefonicamente dal comitato; incalzato dalle proteste, si è impegnato a prendere una posizione chiara come Pd Bergamo sull’articolo 5, promettendo dopo poche ore un comunicato stampa sul sito.
Dopo questa azione, anche le famiglie e i lavoratori si sono uniti al corteo studentesco all’altezza di via Verdi. La manifestazione si è quindi diretta verso la sede della Cgil, dove si è assistito al lancio di uova e a brevi momenti di tensione. Da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, l’intervento dal carro è stato chiaro: dopo anni di immobilismo del sindacato confederale, la decisione della Camusso di lanciare lo sciopero generale il 5 dicembre sarà completamente inutile, in quanto il Jobs Act verrà approvato prima della fine di novembre, vanificando il senso della protesta.
Il corteo si è poi fermato davanti alla sede di Banca Intesa, una dei maggiori finanziatori della Brebemi. Oltre al lancio di uova, si è assistito ad un lancio di palloni contro la sede, in riferimento al video fatto dagli attivisti del Csa Pacì Paciana in cui era stata improvvisata una partitella a pallone sull’autostrada, ai fini di sottolineare la totale inutilità dell’opera.
Al lancio di uova non è scampata neanche Confindustria, che, con il beneplacito di Renzi e cavalcando la situazione di crisi attuale, spalleggia manovre a favore delle grandi imprese e contro i lavoratori.
Il lungo corteo, che ha attraversato Bergamo bloccando tutte le arterie principali della città, si è concluso in Piazzale degli alpini, dove è nata una assemblea in cui si sono confrontate tutte le componenti che hanno formato la manifestazione.
La giornata di oggi ha mostrato come anche a Bergamo esista un blocco sociale meticcio e composito, in grado di cotruire lotte sul territorio in opposizione a logiche settarie e di partito; sono state dunque prese di mira proprio le sedi di questi poteri forti, che affossano quotidianamente i diritti e portano avanti logiche di sfruttamento in nome dei propri profitti.