Bergamo – E’ stato riaperto lo scorso dicembre il bando ERP per l’assegnazione delle case popolari. Tante le famiglie che avrebbero fatto domanda per entrare negli appartamenti. Eppure la risposta ricevuta dal Comune di Bergamo è stata, per molti di loro, un secco no.
Nel nuovo bando si legge che le dimensioni degli alloggi disponibili vanno dai 24 mq ai 61,95 mq; insomma sono piuttosto piccoli, adatti solo all’ingresso di nuclei famigliari ridotti. Il fatto in sé non rappresenta un problema, quanto lo sono piuttosto le conseguenze inevitabili per quelle famiglie che non possono accedere agli appartamenti proposti dal bando: quando una famiglia composta da più di tre componenti farà richiesta, in automatico verrà scartata. Basta fare una telefonata agli uffici dell’ERP, addetti alle assegnazioni, per sentirselo dire chiaramente: gli alloggi sono piccoli e possono ospitare al massimo tre persone. Tutti altri dovranno attendere in bando che uscirà in primavera, senza neanche la garanzia che questo proporrà appartamenti delle dimensioni adeguate.
Insomma, nonostante il Comune di Bergamo durante tutto l’anno passato non abbia fatto altro che elogiare i frutti della convenzione con Aler e le assegnazioni di appartamenti avvenute, non si è ancora espresso su questo non trascurabile dettaglio, che pur portando avanti alcune assegnazioni di fatto esclude molte famiglie. Per questo si è parlano, nei mesi scorsi, di emergenza abitativa “risolta”: non s’è tenuto conto di questo dato, che fa emergere i limiti che le politiche abitative del Comune in questi anni.
Il Comitato di Lotta per la Casa di Bergamo, che da anni offre assistenza gratuita nella compilazione della domanda per la richiesta delle case popolari a chi ne ha bisogno, ha fatto notare la contraddizione della situazione con un post su Facebook:
“Nessuno si chiede come aumentare il numero di case popolari, che sarebbe l’unica soluzione a un problema strutturale figlio di una crisi che è ben lontana dall’essere risolta, ma al contrario si perpetuano politiche fallimentari come la svendita del patrimonio pubblico: in via Monte Grigna, per esempio, due palazzine intere di case popolari sono inserite nel piano delle alienazioni, come molte altre strutture pubbliche in città. […] Le soluzioni ci sono, e se non ci sono vanno pensate e immaginate in modo serio e costruttivo, perché mentre i nostri amministratori millantano attraverso i loro canali mediatici di avere ormai risolto l’emergenza abitativa, moltissime persone reali, in carne ed ossa, si vedono tutt’oggi negato un diritto fondamentale e sancito dalla Costituzione: il diritto ad avere una casa. Non ci accontentiamo della speranza che le case arrivino, vogliamo politiche concrete e serie che risolvano la questione della casa in città, che portino alla valorizzazione e ristrutturazione del patrimonio pubblico perché resti pubblico, libero e accessibile a tutti. Nessuna persona senza casa, nessuna casa senza persone!”
Per spiegare meglio la situazione, il Comitato ha pubblicato un video in cui racconta la storia di una delle persone a cui è stato consigliato di evitare di fare richiesta poiché aveva bisogno di una casa per la moglie e i suoi due figli. Qui il link al video https://www.facebook.com/comitato.lottacasabg/videos/906294329538569/