La soluzione al traffico della giunta Gori: tariffe più care e strisce gialle a pagamento

Bergamo – Il nuovo piano sosta della giunta Gori, approvato nelle sue linee programmatiche a Maggio, sta diventando sempre più delineato mediante le delibere. La revisione delle regole per il parcheggio in città era già nel programma elettorale del sindaco; l’ultimo piano risale infatti al 1992 e da allora il numero delle auto in centro è aumentato esponenzialmente: era necessaria dunque una revisione. L’obiettivo dichiarato dall’assessore alla mobilità Zenoni è “contrastare l’utilizzo del mezzo privato e rendere più convenienti l’utilizzo del mezzo pubblico e incentivare la sosta nei parcheggi in struttura.”

Le modifiche più sostanziali riguardano l’incremento delle tariffe orarie e l’estensione del parcheggio a pagamento anche per i residenti. In particolare, il costo di un’ora di sosta aumenterà di 10 o 20 centesimi: da 1,80 a 2 euro nell’area rossa, la più centrale, in quella arancio 1,50 euro da 1,40 e nella zona gialla da 0,80 a un euro. Aumenta però anche il tempo massimo della sosta: nella zona rossa due ore (e non più una), in quella arancio tre ore e in quella gialla cinque ore. Inoltre, anche nei giorni festivi sarà necessario pagare il parcheggio nei 2.300 stalli non gratuiti degli oltre 32.600 presenti in città.

Anche le aree in cui è divisa la città vengono modificate: la zona a particolare rilevanza urbanistica (dove cioè possono essere creati nuovi parcheggi per residenti) crescerà, inglobando anche il quartiere del vecchio ospedale e l’area di Malpensata, Carnovali e San Tomaso.

Per i residenti, infine, la novità più grande: anche i parcheggi gialli saranno infatti a pagamento; la sosta costerà loro 60 euro l’anno in zona gialla, in quella arancio 90 e in quella rossa 120. Inoltre per la zona di Città alta sono previste ulteriori novità, in quanto il progetto della giunta prevede la possibilità di parcheggiare per i residenti solo sulle mura (non più all’interno di città alta) e nel parcheggio della Fara, di prossima costruzione. La scelta di rendere i parcheggi dei residenti a pagamento, ad un prezzo elevato nella zona rossa, non fa altro che svuotare Città alta e il centro dalle persone meno abbienti, che difficilmente potranno permettersi di pagare 120 euro l’anno per posteggiare l’auto, dovendo tra l’altro lasciarla anche lontano da casa. Se da un lato con questo provvedimento la città diventerà più attraente agli occhi dei turisti, dall’altro si renderà ancora più difficile la vita quotidiana nella zona più antica di Bergamo, che viene sempre più ridotta a vetrina e svuotata di ogni traccia di vita reale.

Gli introiti dell’intera operazione sono stimati introno ai 650 milioni di euro e serviranno a effettuare nuovi interventi, gestiti da Atb: estensione del servizio di bike sharing, rifacimento della segnaletica stradale, installazione di nuove telecamere per monitorare le ZTL e in un secondo momento l’avvio del progetto di car sharing e l’acquisto di nuovi autobus ecologici. Organica al progetto sarà anche la realizzazione dei parcheggi all’Ex gasometro e in via Baschenis.

Queste ultime misure, tuttavia, sono ancora in fase di approvazione e senza tempistiche definite; quello che per ora è chiaro e già in vigore è l’aumento delle tariffe. Se l’intento è quello di decongestionare aree molto inquinate, convincendo la popolazione a scegliere i mezzi pubblici, sarebbe forse stato più lungimirante da parte della giunta accompagnare queste manovre con l’implemento reale degli autobus: se l’ultima corsa dell’1 da Città alta verso la stazione il sabato sera è a mezzanotte, non si capisce quali alternative ci siano all’utilizzo delle automobili. Senza un incremento del numero delle corse e un allungamento dell’orario delle tratte, dunque, l’espressione “incentivare l’uso dei mezzi pubblici” appare vuota e senza senso. Prima di far pagare il parcheggio anche la domenica, dunque, occorre pensare seriamente a strategie alternative di mobilità, dando per davvero alla popolazione la possibilità di scegliere di muoversi con mezzi pubblici. Ancora oggi, però, questa non sembra una manovra in programma nell’immediato: i prezzi dei biglietti degli autobus costano ancora troppo, 1.30 euro per 75 minuti in zona urbana, mentre per gli studenti universitari l’abbonamento annuale in città costa 200 euro. Siamo ancora lontani, insomma, dai paesi europei, spesso presi a modello, in cui l’incentivo a muoversi in bicicletta e con i mezzi pubblici è dato proprio dalla frequenza delle corse e dal costo ridotto degli abbonamenti. Senza tali misure, infatti, il risultato sarà solo lo svuotamento del centro cittadino e il ripiegarsi delle persone sulle aree più periferiche.

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