Vittoria alla SDA: i blocchi pagano

Stezzano – Vittoria per gli autisti della SDA. Dal prossimo Novembre vedranno finalmente riconosciuto il diritto alla malattia, alle ferie, alla tredicesima e quattordicesima. Una vittoria conseguita con trattative, scioperi e picchetti che ha portato a risposte tangibili e concrete, visibili fra qualche settimana in busta paga.

Da tuttavia quasi fastidio parlare di vittoria, laddove la posta in gioco è il riconoscimento delle tutele basilari del lavoratore. Ciò che invece si è verificato negli ultimi anni nel settore della Logistica è una progressiva esplosione di sub-appalti, partite IVA, contratti capestro. La logistica occupa ormai un posto determinante del mercato e per essere efficace necessita di un’alta produttività e di un basso costo del lavoro: a pagarne le conseguenze sono sempre i lavoratori.

La vittoria degli autisti della SDA segna un importante punto di controtendenza. È una questione di senso: il lavoro va adeguatamente pagato. È una questione di metodo: un gruppo di lavoratori si è riunito, è divenuto consapevole dei propri diritti, ha formato un nucleo su cui instaurare una lotta. Non si è fermato neppure di fronte ai primi licenziamenti, quando la ditta ha tentato un’azione intimidatoria e ha licenziato i lavoratori iscritti al sindacato. Gli autisti hanno fatto blocco di fronte ai cancelli, hanno fermato la produzione e chiesto il reintegro dei loro compagni. Hanno vinto questa lotta e non si sono fermati: hanno chiesto l’applicazione del contratto nazionale. Di fronte al nicchiare della dirigenza hanno di nuovo bloccato i cancelli e sono scesi a trattativa.

L’hanno vinta. Lo stato di agitazione continua comunque finché non vedranno il risultato materializzarsi definitivamente, l’azienda si è impegnata ad applicare il contratto nazionale per i suoi lavoratori entro sei mesi. Ma oggi si può parlare di importante conquista. Da oggi si può iniziare a lavorare e finire d’essere schiavi, così dicono gli autisti. Da oggi i diritti sindacali sono rispettati. Pare di essere ancora nelle lotte del primo Novecento, purtroppo un secolo è passato e quelle lotte non sono ancora terminate.

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