Sul caso aumentano i punti oscuri. Paolo Bulleri, che tutela gli interessi dei famigliari: “Una morte ancora senza spiegazioni”(Ascolta l’intervista audio). Ma la PM Maria Mocciaro: “Indagini puntuali”. MORNICO AL SERIO (BG) – Non era una pistola di ordinanza la Beretta calibro 9 che ha sparato il colpo mortale per Aziz Amiri. Il carabiniere che ha ucciso il diciottenne Aziz la sera del 6 febbraio 2010 impugnava infatti una pistola personale. Chi ha autorizzato ad uscire dalla caserma di via delle Valli un carabiniere in servizio senza l’arma di ordinanza? Se confermata, la notizia rilanciata dai media nella giornata di ieri, solleverebbe ulteriori interrogativi sul caso Amiri. Eppure il pubblico ministero Maria Mocciaro, che ha chiesto l’archiviazione per il carabiniere indagato per omicidio colposo, sostiene di aver fatto il proprio dovere fino in fondo, con “indagini puntuali e approfondite”. Le osservazioni del Dipartimento di Stato americano? “Non mi interessano molto”. Liquida così la Mocciaro il Rapporto annuale sui Diritti Umani nel Mondo con il quale Washington classifica l’omicidio di Aziz come “controverso”. Ma Paolo Bulleri, che tutela la famiglia Amiri, si chiede quali fossero esattamente le disposizioni ricevute dai due militari in borghese. Molti i dubbi sollevati sulla dinamica dell’operazione antidroga. Perché i due militari sono intervenuti senza chiamare rinforzi? Come è potuta finire in tragedia un’operazione contro due persone disarmate? Bulleri esprime lo sconcerto della famiglia di fronte alla richiesta di archiviazione per una morte ancora senza spiegazioni.
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