Bergamo – Ieri, dalle ore 16:00, si è tenuto un presidio dei lavoratori di Italcementi in piazza Dante a Bergamo. Nonostante la richiesta fosse stata avanzata per Piazza Vittorio Veneto, ben più visibile, la questura ha negato lo spazio a causa di un “presidio di migranti” già prenotato da tempo; in realtà, però, la piazza è risultata poi libera. Il presidio è stato indetto in seguito ad un’assemblea interna che ha visto l’attiva partecipazione dei lavoratori, appoggiati dalle RSU, a cui è seguito a ruota l’appoggio della FILLEA-CGIL. Nonostante questo, i lavoratori sono stati chiari nel bandire le bandiere dei sindacati confederali, che in questa situazione, come anche durante l’ultimo sciopero, hanno partecipato a traino di una serie di decisioni dal basso.
Ci si dovrebbe interrogare soprattutto sul perché, dopo mesi di trattative, due terzi dei lavoratori siano a rischio e le aspettative in attesa del closing non siano affatto rosee. Una risposta a queste domande è stata fornita dai quadri dirigenziali stessi, come riportato nell’intervento dei Clash City Workers, che hanno letto, in chiusura, un passaggio del bilancio Italcementi dell’anno scorso: in questo documento, i piani di ristrutturazione interni all’azienda (ovvero i licenziamenti) sono stati definiti infatti possibili grazie alla scarsa resistenza delle sigle sindacali, che hanno tra l’altro sottoscritto i tavoli di trattativa.
Ai circa 200 presenti, lavoratori con famiglie, si sono aggiunti un buon numero di solidali, definiti “outsiders” dall’Eco di Bergamo, che, a quanto pare, non riesce a concepire alcun meccanismo di mutuo soccorso. Con cartelli e volantini i manifestanti hanno attirato l’attenzione dei passanti e hanno animato la piazza, dove si sono poi susseguiti diversi interventi: i funzionari CGIL e CISL hanno dichiarato ciò che ripetono da circa sei mesi in ogni occasione di sciopero o di intervento pubblico, scaricando interamente la responsabilità sulle “istituzioni che non vengono incontro ai lavoratori”. A spezzare il leitmotiv è stato necessario l’intervento delle RSU, che hanno riportato una visione più concreta dello svolgersi delle trattative, e i cui rappresentanti hanno riscosso un maggiore consenso e una maggiore simpatia, dettata soprattutto dall’impegno costante durante lo svolgimento degli eventi nella sede Italcementi e nel CTG. Era presente inoltre l’RSU della cementeria di Calusco, che non ha mai perso occasione di dimostrare solidarietà ai colleghi della sede centrale. Infine, hanno chiuso gli interventi i Clash City Workers, che seguono e appoggiano la lotta dei lavoratori di Italcementi, invitando a una resistenza unitaria e a un aumento della conflittualità, unico modo per ottenere risultati e risposte concrete.
La situazione di ieri si è rivelata ancora una volta esemplificativa del clima che si respira nella città di Bergamo quando una figura come Carlo Pesenti viene messa in discussione: i manifestanti sono stati isolati, monitorati dalla Digos e autorizzati, al massimo, a qualche giro dell’oca. Nonostante questo, i lavoratori non si stanno arrendendo e riescono sempre a mettere in gioco una grande dignità; non sono infatti disposti ad accettare le condizioni che vengono loro imposte senza avere voce in capitolo. Si attende ora lo sciopero del 29 Aprile chiamato dalle sigle confederali.