Bergamo – Che Salvini si permetta di affermare che lo Stato sta spendendo troppo per la gestione dei migranti è vergognoso. Fa parte di quell’abito che questo personaggio politico che si è cucito addosso da solo: sordido, miserevole. Da Pontida aveva attaccato la diocesi di Bergamo di lucrare sui profughi: nulla di nuovo sotto il sole se a dirlo è lui. D’altronde sull’altro fronte, quello del perbenismo di sinistra, continuano a trasparire problemi di credibilità: basti pensare alla protesta “radical-chic” contro l’arrivo di una cinquantina di richiedenti asilo a Capalbio.
Che sfortunatamente Salvini abbia ragione è un problema ed è un’indegnità. Dove è finito quell’avanzo di 380 mila euro registrato dalla Curia a fine 2015? Si tratta, dunque, dell’ennesima operazione di imprenditoria dell’altruismo, in cui i principi del capitalismo sono applicati al mondo del sociale, in cui si giustificano calcoli economici di ogni tipo in nome della bontà. “I Buoni” era un inquietante, originale, documentato romanzo di Luca Rastello, scrittore e giornalista, recentemente scomparso. Una denuncia livida e febbrile della realtà di molte cooperative sociali e onlus: autoritarismo e narcisismo, non coincidenza tra parole azioni, spregiudicatezza, gestione disinvolta degli aspetti economici.
Quei 380 mila euro sono soldi che servivano ad assicurare ai profughi una permanenza decente, cibo soddisfacente, vestiti, un’adeguata istruzione. Erano soldi che servivano a pagare dignitosamente operatori (educatori, insegnanti di lingua, mediatori culturali). Più volte è venuto il dubbio in questi anni che qualcosa non stesse funzionando.
Ad esempio, è stato sicuramente più facile sfruttare il volontariato locale per insegnare italiano, anziché assumere un adeguato numero professionisti. Nessuno ne voglia al volontariato, anzi. Ma non può assumersi ruoli che non gli spettano. Non può sostituirsi a insegnanti qualificati: nelle scuole, dalla primaria all’università, si trovano professori o volontari? I volontari possono essere da supporto, d’aiuto, ma non si può chiedere loro di assumersi ruoli che non gli competono. Non è giusto nei confronti dei profughi e nemmeno dei volontari stessi. Per non parlare degli educatori che lavorano a ritmi allucinanti, con responsabilità ingenti e spesso non vengono nemmeno assunti dalla Caritas ma da cooperative, precarizzando e depauperando ulteriormente la loro condizione lavorativa.
Commentando le affermazioni di Salvini un giornalista scriveva: “Un altro alleato insostituibile per la Lega è la mancanza di trasparenza e di buon senso nella gestione dei migranti. I famosi 35 euro al giorno per straniero sono davvero necessari?” Chi viene in Italia per qualsiasi motivi, che scappi dalla guerra, dalla fame, dalle persecuzioni religiose, o anche “solo” per il sacrosanto motivo di desiderare un futuro migliore non può essere ridotto a nessuna cifra. Da questo punto di vista, 35 euro saranno sempre insufficienti e quella domanda giornalistica è insensata.
Il problema è che tutti, a diversi livelli, i profughi e chi con loro vive e lavora, sono vittime della cattiva gestione del sistema di accoglienza. Per cui c’è il pieno diritto di chiedersi: ma dove sono finiti quei soldi? Come vengono spesi? E per favore, non ci venga risposto: “Servono per altre attività sociali, per dare aiuto a qualche altro”. Purtroppo è fin troppo evidente come la parola aiuto si traduca in totale miseria e mancanza di dignità.