Bergamo – Che cosa succede se un cittadino solerte e interessato al proprio quartiere non trova risposte dall’amministrazione comunale su quanto gli accade letteralmente nel giardino di casa? La risposta era davanti agli occhi di tutti, venerdì 9 settembre, all’incrocio tra via Martin Luther King e via Cavalli, dietro al parco della Trucca; a chi passava di lì infatti si prospettava una scena decisamente inusuale: una persona arrampicata su un albero, alcuni operai fermi e due vigili urbani che cercavano invano di convincere l’uomo a scendere. Nessun barone rampante, però, questa volta: solo un cittadino che cercava di far valere le proprie ragioni, tutelando una parte di verde del proprio quartiere.
La storia, in apparenza, non ha nulla di eclatante e poteva anzi passare sotto silenzio: a seguito degli allagamenti dovuti ai forti temporali di quest’estate, infatti, il comune di Bergamo ha promosso numerose iniziative, volte a limitare i danni; tra queste, la pulizia dei canali prospicienti il parco, a carico del Consorzio per la bonifica. Quella mattina dunque, gli operai del consorzio hanno provveduto ad effettuare questa operazione; alla fine però, hanno iniziato a “potare” massicciamente (e senza il giusto procedimento) anche l’albero all’incrocio delle due strade, un pioppo secolare che non ha mai creato disagi e che richiederebbe un intervento specialistico, eseguito da giardinieri competenti.
Vedendo la scena, un abitante del quartiere, Dario, che già aveva parlato con i tecnici del comune riguardo agli allagamenti, ha telefonato in diversi uffici per chiedere informazioni, in particolare domandando chi fosse il responsabile dell’operazione e per quali motivi un pioppo centenario, con tutti i requisiti per essere tutelato, venisse invece brutalmente potato (quasi abbattuto), tra l’altro da operai non specializzati e in un periodo dell’anno completamente errato (come chiaro a chi, al pari di Dario, abbia lavorato diversi anni come giardiniere).
Dopo essere stato rimpallato tra vari uffici, senza che nessuno riuscisse a dargli informazioni precise, Dario è intervenuto, chiedendo direttamente agli operai, che però non avevano risposte né sapevano di avere a che fare con un albero secolare. Nemmeno i vigili urbani, giunti sul posto, hanno saputo cosa ribattere, né di chi fosse competenza la questione. Di fronte alla totale assenza di spiegazioni e notizie, per bloccare i lavori, che stavano danneggiando un elemento significativo del patrimonio naturale, Dario si è trovato costretto a salire sull’albero. La singolare protesta non è però servita: il pioppo è stato comunque irrimediabilmente rovinato.
La domanda di Dario è rimasta alla fine senza risposta: chi ha deciso questo provvedimento? Quali sono i motivi? Sicuramente non quello della sicurezza, dal momento che, anche durante i peggiori temporali, il pioppo non aveva creato problemi. Forse un eccesso di zelo da parte degli operai? In sostanza, dopo una decina di telefonate e un’ora sull’albero, Dario (e noi con lui) ancora non sa chi sia il responsabile.
Oltre alla rovina del pioppo centenario, resta un nodo centrale nella vicenda: ad un cittadino esperto ed accorto che ha segnalato un’irregolarità, chiedendone ragione, non è stata data risposta, se non l’ingiunzione di non intralciare i lavori e le decisioni prese dall’alto.
Il fatto, si dirà, è piccolo, poca cosa rispetto ai provvedimenti maggiori che il comune decide. E’ però indicativo di un atteggiamento di fondo: quanta trasparenza c’è nelle decisioni, piccole e grandi, che chi ci governa mette in atto? Quali strumenti ha il cittadino per conoscerle e intervenire?