Ripubblichiamo l’appello della famiglia Galmozzi- Cremaschi- Bianchi al sindaco Gori, per la revoca della concessione della sala comunale Galmozzi a Casapound, per l’incontro di presentazione della lista elettorale sabato 24 Febbraio alle 17 alla presenza di Simone Di Stefano, leader nazionale e candidato premier del partito neofascista.
Egregio signor Sindaco Giorgio Gori
Nell’ottobre 2009, i sottoscritti – congiunti di Ferruccio Galmozzi, primo sindaco di Bergamo dopo la Liberazione – si fecero promotori di un appello all’allora Sindaco Franco Tentorio perchè la ex Sala Consiliare di via Tasso, da pochi mesi dedicata proprio a Galmozzi, che in quella sala fu eletto, non fosse concessa all’organizzazione neofascista Casa Pound. Intrevenne il Prefetto che chiese lo spostamento dell’iniziativa, Tentorio si scusò privatamente con i firmatari, e all’organizzazione fu concessa comunque un’altra sala, meno simbolicamente pregnante.
Riportiamo la lettera di allora, firmata in primo luogo dall’ultima dei figli Galmozzi, recentemente scomparsa.
Abbiamo appreso che sabato 24 febbraio la stessa sala è stata concessa alla stessa organizzazione per un’iniziativa elettorale.
A poche settimane di distanza dall’approvazione in Consiglio comunale di una mozione che impegna la Giunta a non concedere spazi pubblici a chi non rispetta i valori costituzionali, pensiamo che l’Amministrazione possa ben negare l’utilizzo di uno spazio così carico di memoria a chi di questa memoria fa strame.
i nipoti di Ferruccio Galmozzi con le rispettive famiglie:
Alberto, Silvio, Marilisa Galmozzi
Enrico, Mariella Galmozzi
Lisa, Ferruccio, Laura, Emma Galmozzi
Ferruccio, Maurizio, Claudio, Sergio, Lisa, Silvana, Roberto, Gabriella, Marco, Bianca Cremaschi
Giorgio, Annalisa, Cristina Bianchi con il papà Camillo
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Dott. Franco Tentorio
Sindaco di Bergamo
Egregio signor Sindaco,
il 3 aprile del 1946 nella sala consiliare del Comune di Bergamo, in via Tasso, il nostro congiunto Ferruccio Galmozzi veniva eletto primo Sindaco di Bergamo dopo la Liberazione. In quell’occasione Galmozzi ricordò: “In un pomeriggio dell’aprile 1923 la Giunta e i consiglieri dell’ultimo Consiglio Comunale eletto liberamente rassegnavano le dimissioni per la impossibilità di assolvere il loro mandato con dignità e con la necessaria libertà d’azione. Io ero tra quei consiglieri. Scendemmo in quel giorno la scalea del palazzo municipale con l’animo pieno di angoscia, presaghi di quanto in una famosa assemblea consigliare il compianto avv. Gennati aveva previsto pronunciando la biblica frase: abyssus abyssum invocat. E l’abisso invocò veramente l’abisso: l’oppressione interna prima, l’oppressione straniera poi, sventure d’ogni genere, catastrofi apocalittiche, eccidi mostruosi; questo fu il retaggio che il fascismo e il neofascismo di Salò lasciarono per il popolo italiano”.
Apprendiamo con sconcerto che quella sala consiliare – da qualche mese dedicata dall’Amministrazione comunale proprio a Ferruccio Galmozzi – è stata concessa ad un’iniziativa dell’Associazione Casa Pound, che si autodefinisce “un’associazione che si propone di sviluppare in maniera organica un progetto ed una struttura politica nuova che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio”; che ha organizzato una cena in occasione del 28 ottobre, ricorrenza della Marcia su Roma, intitolata “Fascismo uno stile di vita”; che nel suo programma propone: “La Costituzione della Repubblica Italiana va riscritta. Essa è opera di uomini che la compilavano all’indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri”.
Che in quella sala si facciano questi discorsi ci addolora e ci indigna.
La invitiamo vivamente a revocare la concessione della sala ad un’associazione che vanta la sua continuità con il fascismo e insulta la memoria di chi ha operato e ha dato la vita per liberare l’Italia da quel vergognoso regime.
Distinti saluti.
Marcella Galmozzi e Camillo Bianchi;
Giuliana Cortesi Galmozzi; Antonia Cesareni Galmozzi;
Alberto, Silvio, Marilisa Galmozzi; Lisa, Ferruccio, Laura Galmozzi;
Ferruccio, Claudio, Lisa, Roberto, Gabriella, Bianca Cremaschi
Bergamo, 28 ottobre 2009
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