Natale a Celadina: la palazzina di Monte Grigna ancora senza corrente

Bergamo – Sono passati ormai quasi cinque mesi da quando, il 6 agosto, Polizia Locale ed Enel sono entrati forzatamente all’interno del civico 11 di via Monte Grigna, nel quartiere di Celadina. Lì hanno segnalato gli abitanti e rimosso i contatori della corrente. Le motivazioni? Mettere in sicurezza il condominio, a quanto pare. La stessa sicurezza che, da lì in poi, ha deliberatamente lasciato senza elettricità singoli e intere famiglie. Nonostante la palese violenza ai danni degli occupanti, la palazzina non ha perso colpi e, a suon dello slogan “#lenergianoncimanca“, organizza sin da subito una conferenza stampa e diverse assemblee pubbliche per informare la città della situazione e, a settembre, la festa Celada In Strada, che ormai da sei anni anima via Monte Grigna con musica, aperitivi, concerti e dibattiti.

Immediatamente tanti solidali sono accorsi per sostenere il Comitato di lotta per la Casa di Bergamo, aiutando come potevano: alcune persone del quartiere hanno concretamente dato un supporto agli occupanti, e in tanti hanno partecipato alle iniziative che, nonostante la mancanza di corrente, sono andate avanti. Il Comitato è riuscito ad ottenere nell’immediato un incontro con il sindaco Giorgio Gori, che ha dovuto fare i conti con la realtà che lui stesso è andato creando: le persone che vivono all’interno del civico 11 si ritrovano senza la possibilità di compiere azioni del vivere quotidiano scontate ai più, come accendere la luce, lavarsi, usare apparecchi elettronici. E se fino alla fine dell’estate, sebbene fosse ugualmente insostenibile, si poteva bene o male tirare avanti, inevitabilmente poi l’inverno è arrivato, con le sue giornate più corte e più gelide, rendendo la mancanza di corrente un reale problema sanitario per l’impossibilità di scaldare gli ambienti. Il Comitato di Lotta per la Casa ha anche tentato di accedere alla corrente tramite dei veri e propri contratti, che però non sono mai partiti a causa del diniego del Comune: la volontà politica di non permettere più agli occupanti di rimanere al civico 11 si è così totalmente palesata. Le parole che giungono direttamente da uno dei comunicati su Facebook del Comitato sono eloquenti: “Una casa in cui non è possibile farsi una doccia calda, dove non è possibile dormire se non al gelo, e dove, dalle 15 in poi, non è più possibile vedere, non è una casa abitabile. Denunciamo in questa situazione la responsabilità del Comune, che dopo essersi servito comodamente per anni del lavoro da noi compiuto in quartiere, alza barriere di fronte alle richieste di dignità, e reprime sempre più rigidamente con sanzioni e denunce il nostro percorso, nel tentativo di stroncarne le gambe”.

Nell’ultimo periodo in tanti hanno voluto dare una mano anche tramite piccole donazioni, con le quali il Comitato è riuscito a comperare stufe a gas e lampade da campeggio per rendere la vita in via Monte Grigna leggermente più fattibile, ed è possibile aiutare gli occupanti tramite le info che si trovano sulla loro pagina Facebook. Rimane il fatto, però, che una situazione del genere non può durare per sempre: l’abuso e lo sgombero, sebbene non coatto, velato dalla “sola” rimozione dei contatori, in perfetto stile da PD bergamasco, hanno certamente tentato di eliminare un’occupazione abitativa che, nonostante i momenti di difficoltà, da cinque anni dà un tetto sulla testa a chi non può più permetterselo perché senza soldi e senza lavoro. L’occupazione a Celadina è nata in risposta all’emergenza abitativa in città, emergenza che non accenna a diminuire e continua a lasciare senza una sistemazione moltissimi, tra singoli, coppie e famiglie. È dei giorni scorsi anche la denuncia da parte del sindacato Asia, intervenuto durante un incontro tenutosi tra i Comuni di Bergamo, Lecco e Milano e Aler, di come risulti sempre più difficile accedere ai bandi d’assegnazione delle case popolari, che dovrebbero essere uno dei mezzi utili a tamponare l’emergenza abitativa.

Il Comitato di Lotta per la Casa ha intavolato con il Comune di Bergamo una discussione che è tutt’ora aperta, al fine di trovare una soluzione reale per le persone che ad oggi continuano a vivere in via Monte Grigna 11, giovani e meno giovani, e una famiglia con minori. Inizialmente a questa era stata proposta una casa famiglia, soluzione però solo fittizia e temporanea, che avrebbe diviso il nucleo famigliare e avrebbe rappresentato solo un inutile cerotto alla situazione. Quello che vuole il Comitato è una soluzione dignitosa e che tenta conto del lavoro portato avanti nel quartiere in questi cinque anni, lavoro di coesione sociale che ha ridato vitalità a una via altrimenti sempre vuota. Intanto gli occupanti non sembrano aver intenzione di abbandonare la palazzina nonostante le difficoltà, ed è così che passeranno questo Natale, al buio e al freddo, ancora senza corrente.

 

 

 

© Foto di Matilde Tomasoni

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