Bergamo – Era l’11 novembre 2007, Gabriele Sandri si trovava seduto in macchina in un’area di servizio dell’autostrada, quando veniva ucciso da un proiettile sparato da un poliziotto. Sandri era un tifoso laziale di 26 anni che stava seguendo la sua squadra in trasferta. Sette mesi prima, per la morte del poliziotto Raciti nel derby siciliano tra Catania e Palermo, il campionato si era fermato e perfino la nazionale italiana aveva annullato la partita. Il giorno dell’assassinio di Sandri venne rimandata Inter-Lazio, ma le altre partite di serie A si sarebbero dovute giocare regolarmente. A Bergamo non andò così. Atalanta-Milan venne interrotta dai tifosi della Nord che impedirono la prosecuzione della partita. Per i tifosi bergamaschi il calcio doveva fermarsi, la vita di un ultras non poteva valere meno di quella di un poliziotto. Lo spettacolo quel giorno non poteva continuare.
La vicenda giudiziaria ha visto l’agente che ha sparato a Sandri condannato in primo grado a 6 anni per omicidio colposo, ma la Corte di appello di Firenze ha aumentato la pena a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario. A distanza di 4 anni sono in tanti a ricordare l’omicidio di Gabriele e anche a Bergamo la curva nord ieri sera ha commemorato l’anniversario.