Bergamo – Sono circa duecento le persone che si sono mobilitate oggi in solidarietà al movimento No TAV. Il presidio, iniziato alle 19 si è poi trasformato in una manifestazione spontanea che ha attraversato il centro della città bloccandone i punti nevralgici. La manifestazione ha raggiunto la sede della Provincia di Bergamo per contestare il presidente leghista Pirovano e le amministrazioni locali del Carroccio che in provincia sostengono non solo il progetto della nuova linea TAV tra Treviglio e Brescia, ma anche grandi opere autostradali come Bre.Be.Mi. e Pedemontana. Gli interventi lanciati dal corteo hanno poi più volte ricordato l’appuntamento di giovedì 15 marzo a Romano di Lombardia, dove associazioni e collettivi locali hanno indetto un’assemblea pubblica per la creazione di un coordinamento provinciale contro la realizzazione della tratta bergamasca della Torino – Lione.
Le notizie del blitz di questa mattina hanno prodotto un’immediata reazione in tutta Italia. L’indignazione è tanta, in gioco non c’è soltanto un’opera inutile e una speculazione devastante per il territorio della Val Susa. In gioco c’è la democrazia, la possibilità della popolazione di partecipare alle scelte che la riguardano. Ma il potere continua imperterrito per la sua strada, cieco e sordo di fronte al dissenso e alla resistenza diffusa praticata dalla popolazione della Val Susa e dalle molte persone che ne condividono la battaglia.
Questa mattina a Chiomonte intorno alle 8:00, è iniziata l’occupazione della zona da parte delle forze dell’ordine per eseguire gli espropri finalizzati all’allargamento del cantiere.
Il sito interessato all’esproprio è il terreno dove è situata la baita Clarea, simbolo della resistenza valsusina.
Durante l’operazione Luca Abbà, proprietario di uno degli appezzamenti di terra che questa mattina sono stati espropriati illegalmente, per ostacolare il blitz delle forze dell’ordine si è arrampicato su un traliccio della luce fino ad un’altezza di circa 10 metri. Come si sente dagl’ultimi secondi del suo intervento in diretta su radio Blackout, Luca è stato inseguito da un rocciatore delle forze dell’ordine, e per sfuggirgli si è arrampicato sempre più in alto fino a restare folgorato e cadere a terra da una altezza di circa quindici di metri.
La situazione è apparsa fin da subito gravissima, e nonostante il ritardo dei soccorsi, Luca è stato portato all’ospedale CTO di Torino; la situazione è migliorata ma per ora rimane in prognosi riservata.
Inoltre, testimoni denunciano che la “rincorsa” di Luca è stata eseguita senza disporre una rete di protezione e che subito dopo il trasporto del ragazzo in ospedale, i lavori del cantiere sono ripresi nella totale incuranza di quello che era appena accaduto.
Per il movimento NOTAV, dopo la morte di una pensionata sessantacinquenne investita da un blindato dei Carabinieri lo scorso 29 giugno, e dopo la repressione messa in atto nella Valle, come si legge su sito http://www.notav.info, “Questo blitz militare è l’esempio di come s’intende la democrazia da parte dei propugnatori del TAV: senza alcuna copertura legale, militarmente, disprezzando anche la vita umana.”
I manifestanti hanno, quindi, occupato le strade statali, le linee ferroviarie e le autostrade che portano alla Val Susa.