Bergamo – Il passo indietro del governo è clamoroso. L’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni Sportive e il Ministro degli interni Cancellieri prendono le distanze dalla legge approvata dall’ex Ministro Maroni. Il sistema della tessera del tifoso sembra sgretolarsi pezzo dopo pezzo. La novità sta nella possibilità per i tifosi senza tessera di comprare un voucher da 10 partite (limite imposto dal ministero). Comprando due voucher i tifosi riusciranno di fatto ad avere in mano un abbonamento, senza sborsare un euro in più rispetto agli abbonati con la tessera o spendendo poco di più, come già stanno facendo alcune società calcistiche.
Lo scorso anno la società A.S. Roma aveva richiesto un vero e proprio abbonamento senza il vincolo di essere titolari della tessera del tifoso, ma l’Osservatorio bocciò la proposta, suggerendo l’introduzione, per i tifosi sprovvisti di tessera, di un mini abbonamento che non superi le 10 partite. Da questa osservazione alcune società hanno preso spunto per venire incontro alle esigenze degli ultras, non disposti a legittimare un provvedimento definito da più fronti liberticida.
La tessera del tifoso, oltre a non essere rilasciata a chi è sottoposto a Daspo, è negata anche a chi è stato coinvolto in procedimenti per reati da stadio negli ultimi 5 anni. Il protrarsi dei procedimenti ha prodotto l’allontanamento dagli stadi per decenni di alcuni tifosi, che giunti alla condanna definitiva dovranno scontare ulteriori 5 anni senza poter avere la tessera. È proprio questo aspetto, l’articolo 9 della legge 401, su cui il movimento ultras ha dato più battaglia.
In questi anni tanti tifosi hanno dovuto fare sacrifici pur di non piegarsi al ricatto di chi non dava altra alternativa: o ti tesseri o non si sa se troverai il biglietto, o ti tesseri o tu in trasferta non ci vai. E’ stata proprio la caparbietà nel resistere a questo ricatto, portata avanti da molte tifoserie, che ha permesso di fare naufragare un progetto di controllo che non prevedeva nessun intoppo. Ma l’intoppo c’è stato eccome: le migliaia di tifosi che si sono rifiutati di sottoscrivere la tessera, gli striscioni, la campagna virale che si è diffusa da una città all’altra e le tante iniziative di controinformazione sul tema hanno messo in luce la fragilità del progetto del ministro Maroni. L’apice della contestazione contro la tessera del tifoso si è svolto ad Alzano Lombardo quando gli ultras bergamaschi contestarono senza mezzi termini il ministro Maroni. Un progetto, in realtà, approvato e sostenuto dall’ex ministro degli interni, ma pensato e ideato da Antonio Amato come misura restrittiva dopo la morte dell’ispettore capo della Polizia Raciti a Catania.
L’articolo 9 è stato definito da vari avvocati come una norma ai limiti della costituzionalità, poiché va ad intaccare la libertà di ogni singolo individuo di partecipare ad una manifestazione sportiva. Ora, infatti, chi sottoscrive la tessera è sottoposto a un controllo preliminare della questura, che ha la facoltà di negare l’accesso alla partita . Proprio per questo motivo, provocatoriamente, la tessera viene anche chiamata “Tessera del Viminale”.
La tessera del tifoso aveva già subito una pesante bocciatura in riferimento agli aspetti commerciali che essa implicava. A dicembre il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Codacons, che metteva in luce la gravità di abbinare la tessera, obbligatoria per l’abbonamento, alla carta di credito elettronica, circostanza che condizionerebbe le scelte economiche dei tifosi.
Questa è una vittoria seppur parziale del movimento ultras, ora molto dipenderà dalle scelte della società Atalanta.