Bergamo – Ieri, alle 15 in punto, i delegati dell’Associazione Inquilini e Abitanti si sono presentati davanti al Municipio per rendere pubblica la mappa degli alloggi comunali sfitti della città. L’hanno chiamato “museo della vergogna”: una decina di pannelli espositivi recanti indirizzo e fotografia di ognuno dei circa 200 alloggi che il Comune ha consegnato all’inutilizzo da troppi anni. As.I.A. ha così rivendicato la performance creativa che la scorsa settimana ha fatto chiacchierare i media locali: un’agenzia immobiliare fasulla che proponeva affitti irrisori, proponendo in realtà appartamenti comunali sfitti e fornendo come recapito il numero dell’ufficio competente del Comune, bersagliato così da centinaia di telefonate di ignari cittadini.
Giovani precari, famiglie e rappresentanze di altre sigle sindacali, una sessantina di persone in tutto, hanno atteso all’esterno del Municipio la riunione di Giunta fissata per le 16:30, per chiedere risposta alle 5 domande poste all’Amministrazione da As.I.A. durante la conferenza stampa; fino a quando, verso le 17, l’Assessore all’Edilizia D’Aloia ha accettato di incontrare i delegati sindacali per un confronto improvvisato direttamente in piazza. Malgrado le indiscutibili abilità dialettiche dell’Assessore le sue risposte lasciano però non poche perplessità.
L’Assessore ha spiegato che l’Amministrazione intende reperire le risorse per riabilitare parte del patrimonio sfitto attraverso l’operazione ex-Cisalpina. L’area è interessata da un progetto immobiliare del Gruppo Percassi, che inizialmente prevedeva la cessione del 10% degli alloggi al Comune, con destinazione edilizia sociale. La Giunta ha però deciso in corsa di concedere a Percassi quel 10%, in cambio di un corrispettivo economico. Il Comune rinuncia agli alloggi e incassa un milione e seicentomila euro di cui, D’Aloia ha dimenticato di specificarlo, solo la metà saranno destinati al recupero dello sfitto. Un provvidemento che ha già causato alcune polemiche: la Giunta cede una decina di alloggi di nuova costruzione, indirizzando la metà del ricavato su investimenti che con le politiche abitative non hanno nulla a che vedere.
Secondo i delegati di As.I.A., inoltre, molti alloggi recuperati vengono progressivamente sottratti all’assegnazione tramite graduatoria, per essere affidati ad attori del terzo settore. Una prospettiva che il rapporto presentato da As.I.A. quest’oggi segnala con preoccupazione come una tendenza avvallata anche dalla precedente amministrazione e che, come ribadito in conferenza stampa, «introduce soluzioni residenziali di “solievo”, temporanee o a canoni di semi-mercato che non risolvono il problema abitativo di persone e famiglie che vivono situazioni di fragilità economica non per colpa, ma per condizione sociale».
Certo è che le risposte di D’Aloia non hanno calmato gli animi. In attesa del reperimento delle risorse che il Comune intenderebbe utilizzare per la sistemazione degli alloggi sfitti, di fatto rimandato ad un futuro indeterminato, si avvicina inesorabilmente la fine della legislatura. E il sospetto che la Giunta intenda scaricare la patata bollente sulla prossima amministrazione è più che concreto (fosse solo per motivi di tempistiche). Inoltre, continua il rimpallo delle responsabilità tra Giunta e Prefettura a riguardo del tavolo sull’emergenza sfratti, di fatto arenato dallo scorso autunno.
Ma alle oltre mille famiglie che attendono l’assegnazione di un alloggio le promesse non bastano più. In questo senso, la replica del delegato di As.I.A. agli inviti di D’Aloia alla concertazione è parsa più che eloquente: «il sindacato verrà certo a bussare al suo ufficio con garbo, ma le famiglie che si trova oggi di fronte torneranno a battere, e battere ancora, il portone del Palazzo, e poi cominceranno a cercare soluzioni per conto proprio, perché chi vive gli effetti della crisi sulla propria pelle ogni giorno ha già esaurito la pazienza».