Bergamo è ancora in emergenza abitativa

Bergamo – E’ stato reso pubblico dal Ministero dell’Interno in questi giorni il tabulato relativo agli sfratti avvenuti nel periodo gennaio-dicembre 2017 sul territorio nazionale, comparati con i dati dell’anno 2016 e rispettivamente divisi in regioni e province.

Concentrandosi sull’area bergamasca, rispetto alla cifra del 2016, è in diminuzione il numero delle sentenze di sfratto, da 591 a 438 nel 2017 (- 25% in bergamasca a fronte di un decremento a livello regionale del 14% e a livello nazionale del –6,7%). Secondo i dati raccolti dal Ministero dell’Interno risultano due sfratti al giorno, ovvero dieci a settimana nel 2017 (542 gli sfratti eseguiti: -4,70%, mentre a livello regionale la riduzione è stata di quasi – 7% e a livello nazionale di – 9,33%); 2491 sono state le richieste di esecuzione presentate all’ufficiale giudiziario nel corso dell’ultimo anno, rappresentando il -3,21% rispetto all’anno precedente, a fronte di un decremento regionale del – 25,10% e a livello nazionale di -16,83%.

E’ dunque allarme in provincia di Bergamo, nonostante la diminuzione del numero degli sfratti rispetto all’anno 2016; il numero delle famiglie sfrattate resta comunque altissimo, a causa di una politica della casa inadeguata, o pressoché assente. I comuni piccoli, nonostante il numero più elevato di sfratti rispetto alla città, non dispongono quasi mai delle risorse per risolvere le molte situazioni drammatiche. In città, anche se il numero di sfratti è via via calato, le richieste di alloggi ERP sono sempre in aumento, arrivando a circa 1200 nel 2017. Le assegnazioni invece sono molto poche, difatti l’ultimo bando di dicembre è stato riservato a nuclei familiari inferiori a 3 persone e non è ancora stato reso noto quando aprirà il prossimo bando.

Pare che la casa sia stata trasformata in merce, al pari di tutti gli altri beni di consumo. E in un contesto così drammatico non possono che destare preoccupazione le parole del sindaco Giorgio Gori, che ha pubblicamente annunciato una “corsia preferenziale” di assegnazioni per i cittadini italiani rispetto a quelli stranieri, costringendo così coloro a cui viene negato il diritto a ricorrere a soluzioni “alternative”, come pagare camere e letti “a nero” o a coabitare con altre persone che hanno lo stesso problema.

Nei giorni scorsi sull’emergenza abitativa il sindacato Sgb ha presentato al Prefetto una richiesta di incontro, ma la prefettura di Bergamo non ha ancora risposto alla richiesta e, nell’attesa di un loro riscontro, oggi diverse famiglie si trovano già in strada e molte altre andranno incontro alla stessa sorte nei prossimi mesi. Per questi motivi il sindacato ha chiamato un presidio lunedì 25 giugno alle ore 18.00, fuori dalla prefettura di Bergamo.
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