Bergamo – E’ dello scorso sabato 22 ottobre la notizia della visita “d’istruzione” alla quale hanno partecipato gli studenti e le studentesse delle scuole superiori Secco Suardo, Mamoli ed Enaudi. La visita consisteva nell’assistere a una conferenza, intitolata “Siamo figli o prodotti? Progresso, vita biologica e assistenza”, che doveva riguardare l’articolata questione della fecondazione assistita, le sue caratteristiche e i suoi risvolti medici. Anche se già il titolo poteva essere fuorviante, le scuole hanno partecipato alla conferenza, tenutasi durante quelle che dovevano essere ore di ordinarie lezioni scolastiche. Organizzata dalle associazioni Scienza e Vita, Movimento Per La Vita e da Bergamo ProLife, la conferenza si è svolta all’interno delle scuole Sacramentine della città e a condurla ci ha pensato il dott. Noia, medico del Policlinico Gemelli e presidente dell’Associazione italiana ginecologici e ostetrici cattolici. Nonostante la quanto mai palese natura di associazioni simili, era stato promesso agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori quel giorno presenti che il tema della fecondazione assistita sarebbe stato comunque trattato senza anteporre questioni di carattere etico e religioso a quelle medico-scientifiche.
Le scuole si sono invece ritrovate a dover assistere solo a pochi minuti di effettivo apprendimento riguardo le modalità tecniche e mediche della fecondazione artificiale, mentre per il resto del tempo sono state soggette a quello che ad alcuni studenti è sembrato un vero e proprio indottrinamento religioso: la conferenza si è trasformata in un lungo elenco di motivi per cui la fecondazione assistita possa rivelarsi fondamentalmente negativa e nociva per la crescita e la salute psichica di un bambino; si è parlato anche di come i cosiddetti “metodi naturali” (intendendo con questo termine il rapporto sessuale uomo-donna) siano decisamente migliori di altri e garanti di salute per il futuro figlio, di come l’incapacità di una coppia di avere dei figli sia ricollegabile solo ed esclusivamente a disagi di tipo psichico all’interno del rapporto, risolvibili con una terapia, senza prendere minimamente in considerazione i casi d’infertilità effettiva, o di altri tipi di problematiche riguardanti la salute fisica di uno o di entrambi i genitori. Da lì, il passo verso discorsi più ampi, e sempre meno consoni a quella che doveva essere una visita d’istruzione scolastica, è stato breve, e si è arrivati anche a parlare negli stessi termini, per esempio, dell’omosessualità, proprio a proposito di quel “progresso” che appariva nel titolo della conferenza.
Agli studenti è sembrato abbastanza evidente che l’obiettivo della visita non fosse esattamente quello di informare i giovani riguardo le caratteristiche e, perché no, anche le possibili complicanze mediche della fecondazione artificiale, quanto piuttosto quello di esporre ideologie e tendenze di carattere religioso, seppur partendo da una spicciola analisi tecnica del metodo della fecondazione assistita. Alcuni degli studenti hanno preso parola proprio per esprimere il loro disappunto e le loro perplessità, senza però riuscire a deviare completamente il discorso degli organizzatori della visita, che hanno però ricevuto numerosi fischi ed espressioni di dissenso dalla platea. E’ sembrato infatti quanto mai particolare che, durante l’orario scolastico, in un’uscita dagli istituti avvenuta per approfondire discussioni su tema di tale attualità, ci si ritrovasse poi a dover ascoltare tutt’altro tipo di discorso, più simile a un sermone che a una lezione.