Cronache dalla quarantena: la lettera di due tecnici sanitari di radiologia

Pubblichiamo qui una lettera di due tecnici sanitari di radiologia medica presso uno dei maggiori ospedali di Bergamo. L’importante testimonianza di persone che hanno vissuto l’inizio dell’emergenza e che ancora oggi si ritrovano in prima linea all’interno delle strutture sanitarie.

“Spett.le redazione di BGReport,

siamo due Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e lavoriamo presso uno degli ospedali più grandi di Bergamo, che probabilmente ancora oggi rimane una delle zone maggiormente colpita dall’epidemia da Covid-19.

Accogliamo con piacere il vostro invito a raccontare brevemente come la nostra vita lavorativa e personale sia cambiata durante questo periodo di emergenza dovuta al Covid-19.

Come sta cambiando il nostro lavoro? Come sta cambiando la nostra vita?

Nelle scorse settimane si è parlato tanto, e giustamente, di medici e infermieri ma i professionisti sanitari operativi ed esposti a rischio di contagio non sono solo medici e infermieri.
Accanto a loro, in sinergia e collaborazione, ci sono altrettante professioni sanitarie (Tecnici di Radiologia, Assistenti Sanitari, Tecnici perfusionisti, Tecnici della Prevenzione, Tecnici di Laboratorio Biomedico, Fisioterapisti ecc.) ugualmente esposte e responsabilmente impegnate, nell’ambito delle proprie competenze, a garantire in prima linea e in contatto diretto quelle prestazioni essenziali, uniche e non surrogabili che sostengono il nostro Servizio Sanitario Nazionale in questo particolare momento emergenziale.

Non è un tema di visibilità, ma è una questione di sicurezza e di tenuta morale/psicologica per tutti i professionisti sanitari che ogni giorno sono impegnati a lavoro!

Più di 1 milione di professionisti sanitari e sociali laureati, abilitati e integrati fra loro costituiscono insieme un patrimonio nazionale al servizio e a tutela della salute dei cittadini.

Noi tecnici di radiologia medica per immagini e radioterapia siamo professionisti sanitari laureati e abilitati all’utilizzo di apparecchiature radiologiche ad alta tecnologia e di elevata complessità per la diagnostica per immagini: prepariamo, informiamo, ci relazioniamo con il paziente, ci occupiamo del suo corretto posizionamento, della sua sicurezza e mettiamo in funzione i protocolli che permettono di ricavare immagini diagnostiche della struttura interna del corpo umano (organi, tessuti e ossa) come TC, Risonanza Magnetica, Radiologia tradizionale, Ecografia, Fluoroscopia ecc.

Ogni esame viene eseguito rispettando standard di correttezza e di qualità tipici della diagnostica per immagini e rappresenta inoltre un momento di attiva partecipazione nella relazione paziente/professionista, un tempo di cura fondamentale finalizzato alla corretta comunicazione e informazione e al raggiungimento di un’intesa umana/professionale che contribuisce al conseguimento del miglior risultato possibile in ordine alla produzione di immagini diagnostiche.

Noi lavoriamo nella Radiologia del Pronto Soccorso e delle Sale Operatorie, insieme ai colleghi e in collaborazione con i vari specialisti, ci siamo sempre occupati anche di pazienti complessi.

In questi anni abbiamo visto la sofferenza di tante persone da tutti i punti di vista, ma proprio quando pensi di aver visto tutto… ecco che arriva il peggio.

Iniziano ad arrivare i primi pazienti con il seguente quesito diagnostico: sospetto Covid-19.

Il primo sentimento è stato di paura e timore, conoscevamo e vedevamo ciò che stava accadendo in Cina e sapevamo anche del numero di vittime che il virus stava mietendo, ma vivere questa emergenza in prima persona è tutt’altra cosa.

Consapevoli che una delle complicanze maggiori di questo maledetto virus era la polmonite interstiziale, ci preparavamo ad assistere tutti i pazienti sospetti e positivi al Covid-19 per garantire loro le necessarie prestazioni di diagnostica per immagini (RX e TC Torace).

In poco tempo i casi sporadici sono diventati una moltitudine, una marea umana di sofferenza che ha portato alla trasformazione del nostro pronto soccorso, alla riorganizzazione dei servizi, degli spazi e del personale. Ci sono stati giorni in continua evoluzione e l’aggravarsi dell’emergenza ha portato alla creazione di percorsi dedicati, di nuovi posti letto in terapia intensiva, e di continue riorganizzazioni delle attività.

Tutti i Tecnici di radiologia in ospedale hanno eseguito e stanno eseguendo giornalmente centinaia di esami tra RX e TC del Torace. Sono aumentati i carichi di lavoro, il numero degli esami eseguiti e le tempistiche di esecuzione. In contatto diretto con i pazienti ci preoccupiamo di garantire la sicurezza nello svolgimento di ciascun esame prestando particolare attenzione alle procedure di vestizione e svestizione, al corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, agli spostamenti, ai corretti posizionamenti, senza dimenticare gli aspetti relazionali e umani che in questo momento risultano essere di particolare importanza nel rapporto che il paziente instaura con tutti gli operatori sanitari coinvolti.

Sensazioni di paura e rassegnazione accomunano pazienti e operatori ma anche orgoglio e fiducia. Sono proprio questi ultimi due sentimenti che giorno dopo giorno cerchiamo di trasmettere a tutte le persone che si presentano alle nostre diagnostiche.

I giorni passano velocemente, i pazienti aumentano ed esame dopo esame ci accorgiamo come la complessità del lavoro renda ancora più difficile svolgere le proprie attività in un contesto dove si è potenzialmente esposti ad un rischio di contagio. Inevitabilmente, si è pervasi da una sensazione di paura e di progressiva consapevolezza che si sta lavorando con una malattia potenzialmente mortale.

Ci siamo abituati anche a quello e stiamo continuando a lavorare cercando di trasmettere ai pazienti la sicurezza, la vicinanza e la speranza!

Le nostre vite, come quelle di tante altre professioni, sono cambiate radicalmente.
Come si legge in diversi articoli si può parlare di una vita in trincea, nel nostro caso, fatta di tanti esami ottenuti con fatica psicologica e fisica.

A casa?

Paura: per chiunque abbiamo accanto, per i nostri figli, i nostri genitori che non possiamo abbracciare ma che dobbiamo evitare per non rischiare. Notti insonni fatte di stanchezza, incubi e paura di un domani che potrebbe cambiare la nostra vita e quella di chi ci sta attorno.

In questi ultimi giorni iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel ma per raggiungere la fine è necessario e fondamentale continuare a rispettare tutte le indicazioni ministeriali e regionali che stanno permettendo un efficace contenimento dell’epidemia.

TSRM Dott. Alessandro Questi

TSRM Dott. Angelo Di Naro”

Immagini gentilmente concesse dagli autori.

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One Response

  1. RITA LO MUZIO
    RITA LO MUZIO at |

    Siete fantastici …. Cari colleghi .Sicuramete a Bergamo la situazione è molto pesante.
    So cosa vuol dire….la paura per i propri cari, il dubbio di poter essere contagiati, ma bisogna continuare a lavorare…..
    Mantenere la calma e la lucidità mentale e’ difficile…..
    Posso solo dirvi CORAGGIO…PRIMA O POI FINIRÀ.NE USCIREMO VITTORIOSI

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