Continua la rubrica delle cronache dalla quarantea, le storie e le riflessioni delle persone che ci scrivono in questo periodo di isolamento. Pubblichiamo qui la lettera di una ragazza disoccupata e in cerca di lavoro:
“A fine luglio 2019 mi sono laureata, soddisfatta di aver portato a termine un percorso al quale avevo dato priorità su tutti gli altri aspetti della mia vita.
Ho potuto dargli la priorità perchè ne avevo la possibilità: una famiglia che mi pagava gli studi e la loro casa accogliente dove stare. A parte qualche lavoretto sporadico, in nero o con i fantomatici voucher, ho scelto di non cercarmi mai un lavoro continuativo. La scelta è stata quella di concentrarmi sullo studio per terminare al più presto, e al meglio delle mie capacità, il percorso universitario e affidando al futuro il forte bisogno di sentirmi indipendente e uscire di casa.
E’ bastato che passasse davvero poco tempo dal conseguimento della laurea per realizzare che la concretizzazione della mia indipendenza fosse un ulteriore viaggio lento e faticoso.
Al ritorno in Italia, dopo due mesi di lavoro in campo agricolo in Francia per mettere via un po’ di soldi, è iniziato il calvario di 3/4 mesi alla ricerca di un lavoro, stage, qualsiasi cosa c’entrasse con la mia laurea. Un susseguirsi di candidature a grandi aziende senza risposta o con risposta negativa, curriculum lasciati in mano a lavoratori precari o a piccole aziende spiacenti di non potermi aiutare neanche con l’attivazione dello stage, richieste di attivare p.IVA e cosi via…
Così, nell’ansia e nei sensi di colpa della mia nullafacenza, ho deciso di iniziare a cercare un qualsiasi lavoro, mettendo da parte il desiderio di lavorare nel campo in cui avevo speso le energie studiando negli ultimi anni. Ho scelto, inoltre, di scommetere nuovamente sul mio futuro e iniziare un nuovo percorso di studio, chissà se per passione o se per disperazione. Ma il Covid19 ormai bussava alla porta e la quarantena era prossima ad iniziare: insomma, uscire di casa era proprio l’ultima cosa da fare.
La mia vita da disoccupata in quarantena? E’ quella di prima, ma senza poter uscire di casa: tutti i giorni convivo con l’incertezza del presente e del futuro, con la sensazione di non essere dove vorrei essere, di sentire che tutte le energie da neolaureata e 26enne vengono sprecate all’interno di quattro mura alla ricerca di una guida interiore che mi orienti in questo marasma, della voglia di fare che si alterna con il senso di ansia di aver fatto delle scommesse sbagliate sul mio futuro.
Con la consapevolezza, nonostante tutto, di essere una privilegiata per aver la possibilità di rassicurarmi con delle certezze: far parte di una famiglia che mi sostiene e aiuta, di avere una casa e poter mangiare tutti i giorni, di potermi distrarre guardando tutti i film che voglio e sentire la presenza delle persone a me vicine attraverso i social, di poter studiare e di poter continuare a scegliere anche quando il futuro è più incerto che mai.
Il mio pensiero in questi giorni va a chi queste basilari ma essenziali certezze non le ha. Penso a quanto è importante sentirsi parte di qualcosa, di essere filo di una rete sociale che non lascia nessuno/a solo/a e che ti restituisce la forza che quel senso di impotenza esistenziale quotidiano ti succhia via pian piano.
E questo sentirsi rete è importante sempre, non solo in quarantena.”