Dieci anni dopo l’omicidio di Piazza Alimonda, Bergamo ricorda Carlo Giuliani.
Sono passati 10 anni ma sembra ieri. Sono passati 10 anni e tutto è cambiato. Sembrerebbe una contraddizione ma a parlare con le ragazze e i ragazzi che nel triste anniversario ricordano Carlo questo è parte di ciò che emerge. “Sicuramente” dicono “il ricordo di quel giorno di dieci anni fa in cui pochi potenti si ritrovavano per decidere delle sorti del mondo mentre attorno a loro centinaia di migliaia di persone esprimevano il loro dissenso è una ferita che continua a sanguinare. L’uccisione di Carlo Giuliani fu l’apice della repressione di quei giorni.”. E continuano: “Oggi, dieci anni dopo, a Bergamo sulle mura venete di Città Alta uno striscione è stato srotolato per ricordare Carlo e quei giorni, ma non solo. Questo striscione come gli stencil e i manifesti che da qualche ora rendono più ricca la nostra città, ci ricordano che sabato una grande manifestazione attraverserà Genova per poi “spostarsi” in Val di Susa e “riversarsi” così nel resto della penisola.”. Sembra ieri in effetti, il riflusso e le difficoltà che il “movimento” – come usano definirsi i giovani presenti all’iniziativa – ha passato negli anni a seguire la “macelleria messicana” che Genova è stata sembrano terminati così come la partecipazione popolare No Tav in Val di Susa ha chiramente espresso. Tutto è cambiato, la difesa dei beni comuni ha effettivamente aperto delle prospettive che fino ad ora sembravano lontane e complicate. In più ora è presente tutta una generazione che all’epoca dei fatti era troppo giovane per capire cosa stesse succedendo tra piazza Alimonda, scuola Diaz e caserma di Bolzaneto e che invece adesso capisce benissimo cosa sta succedendo al paese Italia. Del resto ne va soprattutto del loro futuro.