Bergamo – Si terrà sabato 19 maggio il Bergamo Pride, la manifestazione che intende far valere i diritti della comunità LGBTQI ed educare alle differenze per combattere gli episodi di discriminazione, ancora all’ordine del giorno anche a due anni dalla legge Cirinnà che ha legalizzato le unioni civili. Inizierà alle 15, partendo dal piazzale del parcheggio della Malpensata, per poi concludersi in piazza Matteotti, davanti alla sede del Comune di Bergamo.
Non sono mancate le polemiche, come le dichiarazioni del presidente della Lombardia Attilio Fontana: “Non daremo il patrocinio al Pride, una manifestazione divisa che non va sostenuta. Io sono eterosessuale, ma non è che faccio una manifestazione per accreditare la mia eterosessualità. Le scelte in questo campo devono essere personali, e sbandierarle è sbagliato”. La risposta dell’organizzazione della manifestazione, però, non si è fatta attendere: “Il non essere eterosessuali e cisgender non è una questione che deve rimanere personale. Al contrario, è una questione che con sempre maggior forza renderemo pubblica e porteremo all’attenzione della società, con o senza il patrocinio delle istituzioni. Perché non siamo disposti ad assistere in silenzio agli ennesimi casi di ragazze e ragazzi LGBTQI che vengono emarginati, picchiati, derisi, bullizzati, cacciati di casa dai genitori o persino indotti al suicidio. Perché non siamo disposti a ignorare l’esistenza dei bambini e delle bambine senza diritti delle famiglie arcobaleno. Perché non siamo disposti a tacere di fronte a un presidente di Regione che, invece di dimostrarsi il presidente di tutte e di tutti, fa discorsi sulla difesa della razza bianca, disprezza la parità di genere e si arroga il diritto di decidere quali siano le famiglie vere e quali no.”
Abbiamo intervistato Dominguel e Martina, dell’organizzazione del Bergamo Pride, sulle motivazioni della colorata manifestazione che si svolgerà sabato.