San Pellegrino Terme – In occasione della festa della donna è stato organizzato, dalla Tavola della Pace della Val Brembana, a San Pellegrino un incontro sulle storie di violenza e abusi da parte delle forze dell’ordine. Il pubblico numeroso ha assistito all’intervento di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto all’ospedale Pertini di Roma dove era stato ricoverato in seguito al suo arresto e di Domenica Ferrulli, figlia di Michele, morto in seguito ad un fermo di polizia. Ad accompagnare i loro interventi l’avvocato Fabio Anselmo, che da anni si occupa di casi di malapolizia e il rappresentante di Amnesty International Italia Andrea Matricardi. In sala erano anche attese Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, e Lucia Uva, sorella di Giuseppe, che per motivi personali non hanno potuto esserci.
La serata si è sviluppata mantenendo come riferimento costante non tanto le vittime, ma la forza, la caparbietà e la tenacia che queste quattro donne hanno saputo mettere in campo per cercare ad ogni costo la verità. Donne che oltre a vivere il dramma della perdita di una persona cara, hanno dovuto incredule, prendere atto che a uccidere sono stati degli uomini in divisa. Ma se tutto questo non fosse sufficiente, si è aggiunta l’arroganza di chi la verità continua a tentare di nasconderla, di fronte a ogni evidenza . E’ a questo punto che Ilaria, Domenica, Patrizia e Lucia si sono dovute imbattere nell’impensabile: insinuazioni, tentativi di infangare la memoria delle persone uccise, ripercussioni giudiziarie e un clima intimidatorio a cui hanno saputo tenere testa fino a ora, senza arretrare di un passo pur sapendo che la giustizia vera non arriverà mai. Perché in questo paese la condanna degli assassini di Federico Aldrovandi a 3 anni e 6 mesi sembra quasi una vittoria, e ad attendere fuori dall’aula gli assassini ci sono i loro colleghi che applaudono solidali. E’ all’interno di questo panorama che queste donne hanno trovato un terreno comune, sono state capaci di aiutarsi l’un l’altra, sostenendosi nei momenti più duri e riuscendo a imporre all’attenzione dell’opinione pubblica dei casi che senza la loro tenacia sarebbero caduti nell’oblio.
L’intervento di Matricardi di Amnesty International ha posto l’attenzione mancata introduzione di una legge contro la tortura e sulla necessità che i membri delle forze dell’ordine siano identificabili. Dal 1987 l’Unione europea ha approvato la convenzione contro la tortura, ma nessun governo italiano in questi 25 anni ha mai avuto la volontà politica di legiferare introducendo il reato di tortura nel nostro ordinamento penale.
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