Voto RSU nel pubblico impiego
Bergamo – Test elettorale per i sindacati in provincia di Bergamo. Il 5-6-7 marzo si è votato per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) in tutto il pubblico impiego e nei comparti della conoscenza (Scuola, Università). CGIL in crescita, in calo CISL e UIL. Il sindacalismo di base, ancora poco diffuso, fa registrare alcuni importanti risultati.
Più di 23mila lavoratori nella Provincia di Bergamo sono stati chiamati al voto per il rinnovo delle Rappresentanze sindacali Unitarie del Pubblico Impiego e della Scuola. E’ un evento importante ed un test generale sul “grado di consenso” dei sindacati. Era dal 2007 che non si rinnovavano le RSU nel pubblico impiego. Le elezioni erano state rinviate di un paio di anni, in attesa della ridefinizione dei comparti voluta da Brunetta e mai realizzata. I nuovi eletti dureranno in carica 3 anni, salvo sorprese.
La forte affluenza alle urne (più del 70% sul totale degli aventi diritto) conferma l’importanza dell’appuntamento. Il voto per le RSU serve ad attestare (negli unici comparti dove è al momento possibile certificare il numero di voti e gli iscritti, cioè quelli del pubblico impiego e della scuola, università, ricerca) il reale “peso specifico” dei sindacati. Sulla base della media tra iscritti e dato elettorale, le varie federazioni di categoria, se superano la soglia di sbarramento del 5%, sono ammesse al tavolo dell’ARAN per la trattativa nazionale del comparto.
I principali sindacati (CGIL e CISL) della provincia di Bergamo hanno subito dato vita ad un balletto di cifre. La CGIL sostiene di aver effettuato lo “storico sorpasso”. La CISL nega e sostiene di essere ancora il primo sindacato. In definitiva, la CGIL registra un effettivo aumento di circa 800 voti, mentre la CISL cala di 500. Anche la UIL cala di quasi 250 voti si attesta al 3,64%. Sotto la voce “altri” (+200 voti) si nascondono risultati eclatanti del sindacalismo di base. L’USB ottiene il primato all’INPS e all’INAIL. La CUB è il primo sindacato all’Università.
Secondo Ferdinando Piccinini, segretario generale della CISL di Bergamo, il sindacato cattolico cresce nella Scuola, conferma il primato in generale in tutto il pubblico impiego, ma evidenzia una crisi nel settore della Sanità pubblica. Luigi Bresciani afferma al contrario che la CGIL diventa il primo sindacato “il più rappresentativo nel pubblico impiego a Bergamo”. Il comparto più “corposo” è quello degli Enti locali, con più di 5.500 lavoratori. La CGIL è in sostanziale crescita, con cifre che oscillano tra 40,6 % e 43,88 %, contro la CISL che mantiene però il distacco (46,82 % -48,18 %). Nella Scuola (più di 10mila lavoratori tra personale docente e ATA) si conferma la CISL sulla CGIL (42% a 38% secondo i dati CISL). Casi isolati l’Istituto comprensivo “F. Nullo” di Villa di Serio e l’Istituto superiore “Maironi da Ponte” di Presezzo, dove i Cobas (che contano meno dell’1% sul totale dei voti nel comparto) ottengono da soli più voti di CGIL e CISL messi insieme. Fa eccezione anche l’Università, con il sindacato di base CUB primo sindacato, con 87 voti contro 67 CGIL . Tre ciascuno il numero di delegati eletti. Nessuno alla CISL, che nell’Ateneo bergamasco non ha presentato la lista.
A colpire è il dato della Sanità Pubblica. Qui si registra il tracollo CISL più vistoso. Si ferma al 25%, con 10 punti percentuali in meno rispetto alle ultime elezioni e un’emorragia di quasi 400 voti. La CGIL supera il 40% delle preferenze. All’Ospedale di Bergamo la CGIL ottiene 4 volte i voti della CISL e conquista la metà delle preferenze. Forte crescita della CGIL anche nelle Agenzie fiscali, dove il sindacato della Camusso supera la soglia del 40% (+16% sulle passate elezioni) e la CISL si ferma a quota 18%. Qui si registra una forte presenza di altri sindacati, con più del 30%. Ministeri CGIL 20,55-22,86 e CISL 23,52-24,51 (entrambi in decrescita ma UIL cresce + 7%, fino al 25-28,65%)
Negli Enti pubblici non economici (EPNE), c’è un sostanziale testa a testa tra i due principali sindacati, che si attestano attorno al 25%. Ma all’INPS l’Unione Sindacale di Base (USB) è il primo sindacato, così come all’INAIL. Nel complesso il sindacato USB raggiunge in questo comparto il 21% del totale. E il dato di Bergamo per l’INPS è in linea con il dato nazionale: USB è il terzo sindacato nell’ente di previdenza e il primo in alcune regioni, tra cui la Lombardia. CISL e UIL tracollano, perdendo complessivamente 3.700 voti in tutto il Paese.
I comparti del pubblico impiego escono da anni di “tagli” di epoca Brunettiana. Additati come “fannulloni” e sottoposti ad una pesante cura “dimagrante”, i lavoratori del pubblico impiego subiscono il congelamento del rinnovo contrattuale per 5 anni, la decurtazione in caso di malattia e l’aumento delle fasce di reperibilità per le visite fiscali, il blocco del turn over (e i conseguenti aumenti dei carichi di lavoro). Da ultimo arrivano il blocco del salario accessorio, degli scatti economici, l’aumento dell’età pensionabile per le donne, lo slittamento del TFR. Negli enti locali la sofferenza si fa sentire con i vincoli rigidi imposti dal patto di stabilità, le esternalizzazioni dei servizi e il sostanziale congelamento delle assunzioni.
Ma ad impegnare il dibattito sindacali degli ultimi anni, è stata soprattutto la “riforma Brunetta”: un decreto pensato forse più per umiliare i lavoratori della Pubblica amministrazione, che per stimolare effettivamente la crescita dei settori pubblici. Brunetta ha cercato di introdurre lavoratori di serie A, B e C (le cosiddette “fasce di merito”), ha posto limiti alla contrattazione di secondo livello e alle materie di contrattazione del sindacato. Una serie di pesanti manovre che hanno visto il sindacato, anche nella nostra provincia, dividersi tra una CISL “collaborazionista” con il Governo Berlusconi e la CGIL a mantenere una linea apparentemente più “autonoma”, senza per la verità mai ricorrere a vere e aperte forme di conflitto.