A tre anni dalla Finanziaria dei tagli ad istruzione e Università e a solo un anno dal varo della famigerata e contestata Riforma Gelmini sulla Governance degli Atenei, già si misurano i primi tangibili effetti sugli Atenei. L’Università bergamasca non fa eccezione. Nella revisione dello Statuto interpreta in misura assai restrittiva le possibilità di strutturazione verticistica e gerarchica aperte dalla riforma: più poteri ai baroni ed esclusione dagli organi decisionali per gli studenti e le altre componenti. Per fronteggiare i tagli ai finanziamenti pubblici decide l’aumento delle tasse per gli studenti. Grazie alla complicità di qualche rappresentante studentesco … un po’ troppo “conciliante” . La strada per la privatizzazione è lastricata di buone intenzioni.
Il Ministero dell’Istruzione è rimasto senza fondi perché ha acquistato molta vernice per imbiancare il muro del suono. Dopo la disastrosa uscita di qualche giorno fa del Ministro Gelmini sul fantomatico tunnel di 732 km fra Ginevra e il Gran Sasso, che l’Italia avrebbe finanziato alla faccia dei movimenti no-tav, la rete è invasa da questa e tante altre battute. Ironizzare sull’incompetenza o sulle figuracce dei politici è di sicuro un modo per esorcizzare la realtà. Infatti il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca non si limita, purtroppo, a visionarie e titaniche opere pubbliche per il bene della ricerca scientifica. Non se ne parla più da quasi un anno, da quando la tanto contestata “riforma Gelmini” divenne legge. Non se ne parla ma è adesso che possiamo valutare nei fatti la riforma.
A inizio anno il Ministero diede agli atenei italiani tempo fino al 30 luglio per adeguarsi alla nuova legge. Questo significa che ogni Università dovette mettere mano al proprio statuto (bgreport.org 8/3/2011:“L’Università di Bergamo riscrive la sua Costituzione”).
Federico Mondini, rappresentante degli studenti della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Bergamo, ha vissuto da vicino questo passaggio e ce lo ha raccontato.
Fu istituita una commissione tecnica composta da professori, rappresentanti degli studenti e Rettore per scrivere il nuovo Statuto. Le elezioni studentesche che si sarebbero dovute svolgere la primavera di quest’anno furono rimandate a data da stabilirsi, poiché le cariche del dopo-riforma non sarebbero più coincise con le precedenti.
Al momento i nuovi Statuti sono al Ministero in attesa di approvazione. A Bergamo in particolare si assiste a una diminuzione dei rappresentanti degli studenti in tutti gli organi, dal Senato, al CDA, ai Consigli di Dipartimento. Di fatto non si avranno studenti nei singoli Consigli di Dipartimento, ma solo nella Commissione paritetica, un organo consultivo interno ai Dipartimenti. Non si avrà nemmeno uno studente per ogni dipartimento all’interno del Senato, fatto che creerà imbarazzanti situazioni in cui uno studente, per esempio di Lettere, si troverà a decidere sull’attivazione o meno di un corso di Ingegneria. La responsabilità di portare questa problematica in commissione era stata affidata a due rappresentanti degli studenti, Laura Pedersoli di Economia e Massimiliano Trezzi di Lingue, i quali però mancarono a questo dovere, lasciando così la questione insoluta.
Ma ad essere ridisegnati più in generale sono tutti gli equilibri di potere tra i vari organi dell’Università. Ecco quello che cambia in sintesi all’Università di Bergamo:
- Spariscono le Facoltà. Si creano dei maxi-Dipartimenti con strutture di raccordo per coordinare la didattica (prima i ruoli erano distinti: i dipartimenti si occupavano solo di coordinare la ricerca; le facoltà solo la didattica);
- Il Senato Accademicoperde molta della sua autonomia decisionale in campo scientifico e didattico. Assume in alcuni casi solo la veste di organo consultivo e che esprime pareri;
- Il consiglio di amministrazione acquisisce maggiore importanza diventando di fatto il principale organo decisionale (entreranno a far parte del CdA, oltre ai professorianche soggetti esterni, di nomina rettorale. Oltre a rappresentanti della politica, peraltro già presenti nell’attuale CdA, anche finanziatori privati, imprese, banche) ;
- Vengono dati maggioripoteri al Rettore.
Ma non è solo l’organizzazione interna agli atenei a preoccupare gli studenti,ma anche, e soprattutto, il bilancio. Dopo i tagli voluti nel 2008 da Tremonti, le Università italiane sono costrette a fare i conti con risorse sempre più scarse provenienti dal Ministero.
La legge, da sempre, impone alle università pubbliche di non chiedere agli studenti una somma superiore al 20% dei finanziamenti ricevuti dallo Stato. All’Università di Bergamo, come in molte altre in Italia, così non è. Gli studenti contribuiscono con il 33%, pari a 12 milioni di euro, dei finanziamenti statali (36 milioni). Ciò rende l’Università di Bergamo illegale. Anzi, l’Università di Bergamo, secondo una recente statistica pubblicata sui giornali di tutta Italia, è proprio quella che già ora ha il rapporto più alto tra tasse studentesche e contributi ministeriali. Con i nuovi tagli all’istruzione questa situazione, già pesante, peggiorerà ulteriormente. Infatti è stato di recente approvato da parte del CdA l’aumento della retta d’iscrizione. Una scelta avallata persino dalla rappresentanza studentesca.
Dal verbale: “Il dott. Carlo Rubis, dice di trovarsi in difficoltà come rappresentante degli studenti a dover votare il provvedimento in questione, ma dopo aver riflettuto molto bene sulla situazione e aver discusso con i colleghi delle proprie perplessità, ha maturato la decisione di votare a favore perché è convinto che la nostra Università non possa prescindere dall’aumento della contribuzione studentesca. Sottolinea che il suo voto è un atto di responsabilità verso l’Ateneo.[…] Il dott. Carlo Rubis informa che è in procinto di laurearsi pertanto questo è l’ultimo Consiglio di amministrazione a cui partecipa”.
Come si vede, tutto il mondo è paese. E il paese in questi anni pullula di persone che si definiscono “responsabili”. Viene da chiedersi se chi difende gli interessi di chi dovrebbe realmente rappresentare sia per questo un “irresponsabile” oppure “meno responsabile” degli altri …
I risultati di pochi anni di riforme e tagli sono già tutti visibili, per chi li vuol vedere: pesante aumento della contribuzione a carico degli studenti, i quali passano da membri attivi all’interno dell’Ateneo a semplice utenza pagante; aumento del potere decisionale del CdA, e quindi dei privati. Il disegno del governo, dice Federico, è chiaro: trasformare l’università pubblica in università privata.
ho trovato casualmente questo articolo e dato che si parla del sottoscritto come una persona che non difende gli interessi di chi dovrebbe realmente rappresentare, credo che colui che ha redatto queste righe dovrebbe quanto meno informarsi e documentarsi un pò meglio sia della ragioni che hanno costretto l’ateneo di bergamo ad aumentare la contribuzione studentesca, sia le ragioni che hanno spinto me a votare tale aumento nonchè tutta l’attività svolta in questi anni a tutela degli interessi degli studenti bergamaschi.
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