Lavoratori e lavoratrici ABF in presidio fuori dalla prefettura

Bergamo – Ieri, giovedì 3 novembre, è andato in scena fuori dai cancelli della prefettura di Bergamo un presidio organizzato dai lavoratori e dalle lavoratrici Abf Bergamo. L’Azienda bergamasca formazione, che si occupa di formazione professionale e servizi all’impiego, è un ente speciale legato alla Provincia e finanziato con soldi pubblici regionali ma, nella stipulazione di contratti e rispetto del regolamento interno, negli ultimi anni si comporta sempre piu come un’azienda privata. Il 2 settembre i lavoratori e le lavoratrici hanno indetto lo stato di agitazione, dopo che ogni tipo di confronto con la dirigenza dell’istituto è andato via via scemando. Al momento i toni del confronto sono molto tesi, e sembra non esserci da parte della dirigenza l’intenzione di procedere alla risoluzione dei numerosi contenziosi relativi ai contratti e al rispetto del regolamento.

Per Abf lavorano circa 340 dipendenti, che denunciano il continuo e costante peggioramento delle condizioni lavorative e, conseguentemente, della qualità del servizio offerto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il non rispetto da parte delle direzione generale di adempiere a quanto previsto e firmato nell’ultimo accordo sindacale del 2021, che prevedeva la stabilizzazione a 12 mesi di molta parte del personale (amministrativo, docente e ausiliario) alle condizioni in essere. Il nuovo Direttore generale Maurizio Betelli ha preferito infatti disattendere tale accordo, introducendo invece l’ennesima diversa e peggiorativa forma di contratto.

Attualmente in ABF per la stessa mansione si riscontrano quindi ben cinque diverse tipologie contrattuali, dove ovviamente le ultime, in ordine cronologico, sono le peggiori. Inoltre, sempre negli ultimi anni, abbiamo assistito alla proliferazione dei co.co.co. per incarichi annuali (contratti a collaborazione a tempi determinato) e al continuo non rispetto del regolamento interno, disatteso per quanto concerne graduatorie, trasferimenti e cattedre vacanti. Tutto questo, a dir della Direzione Generale, in nome di una sempre maggiore discrezionalità aziendale, che nei fatti calpesta ogni forma di trasparenza pubblica e diritto. Infine, sempre la recente e illuminata Direzione del Dott. Betelli, mentre da una parte propone contratti peggiorativi ai dipendenti, incentiva assunzioni co.co.co e mette in discussione i premi di produttività che servono a molti dipendenti per coprire il periodo di sospensione estiva del contratto, dall’altra (sempre in deroga ai vincoli vigenti per un ente pubblico) nomina nuove posizioni dirigenziali e dispensa svariate indennità economiche a responsabili individuati non si sa bene su quali criteri oggettivi.

Abf in passato ha affrontato difficoltà economiche, e ha richiesto sacrifici ai dipendenti, sottoponendoli a contratti con molte più ore. Nonostante il notevole miglioramento del bilancio dell’ente i contratti continuano a essere in peggioramento, specie per quanto riguarda le nuove assunzioni. Di fronte a un tale deterioramento delle condizioni contrattuali, ne consegue una difficoltà maggiore nel garantire un’offerta formativa dignitosa, con classi sempre più numerose e ingestibili e lavoratori sempre più precari e oberati di lavoro. Non a caso negli ultimi anni molti lavoratori, esausti e stanchi, hanno deciso di licenziarsi o richiedere part time.

Dopo tutta questa serie di violazioni degli accordi e peggioramenti, i lavoratori e le lavoratrici hanno deciso di scendere in piazza, in un presidio di protesta che ha visto l’adesione di più di un centinaio di dipendenti dell’aziends. I servizi alla didattica e alla formazione sono fondamentali, il diritto all’istruzione è una delle basi su cui si costruisce il futuro del nostro paese: non è tollerabile che coloro che si assumono la responsabilità di costruire la formazione di centinaia di giovani vengano trattati in questo modo, con contratti precari e condizioni lavorative sempre più vergognose.

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