#machetilamenti- Continuano i miei racconti del terrore: dopo il racconto intitolato “Lavorare in tv, regia di uno sfruttamento” voglio raccontare la mia breve, anzi brevissima, disavventura nel mondo del Cinema.
I media stanno pompando la storia di questa produzione cinematografica dedicata ad Arlecchino, prodotta da una piccola Casa di Produzione cittadina in collaborazione con Rai Cinema. Quello che i media però non dicono, tra l’elenco del cast e degli indiscutibili vantaggi che ne verranno per il territorio, sono le condizioni in cui cercano di costringerci a lavorare.
Sono stato contattato direttamente dalla Casa di Produzione. Mi assumono come Runner per il periodo che va dal 15 settembre al 15 ottobre. Mi fissano un incontro per conoscerci con il produttore esecutivo. Mi presento ma è troppo occupato per parlare con me, nonostante mi abbia convocato.
Torno qualche giorno dopo. Nel frattempo, è giunta notizia alla produzione che, normalmente, non faccio il Runner ma il Filmmaker e quindi mi chiedono se sono disposto a partecipare anche alle riprese di backstage. Rispondo di sì anche se naturalmente non mi pagano nulla di più ma concordo che avrei firmato le riprese. Finalmente la produzione trova il tempo per incontrarmi e mi chiedono se sono disposto PER PIACERE ad accollarmi una settimana di lavoro in più, naturalmente, non retribuita. Storco il naso ma accetto di essere convocabile qualche volta durante quella settimana a partire da giovedì 12, esplicitando però che non ho intenzione di accollarmi una settimana intera di lavoro full time non retribuito. Naturalmente mi lasciano senza darmi uno straccio di contratto. Mi daranno una macchina di produzione per portare in giro gli attori e sbrigare le faccende di cui si occupa un Runner.
Nel frattempo, mi dicono anche che posso sfruttare i tempi morti per integrare le riprese di backstage. Così arriviamo al 10 di settembre quando mi suona il telefono: “Abbiamo bisogno di te domani mattina alle 8 a Cornello del Tasso”. Dall’altra parte del telefono c’è la Responsabile della produzione. Faccio presente che ancora non mi è stata fornita l’auto di produzione e che io non ho una macchina da utilizzare per il lavoro, e che cmq non sarei disposto ad usarla dato che gli accordi prevedevano un’auto di produzione. Mi molla dicendo che avrebbe verificato con il produttore esecutivo il quale le deve aver risposto “pijasse na corriera o se facesse accompagnà”. Si il Cinema si fa a Roma quindi anche in trasferta arrivano i romani ad insegnarci come si fa.
La responsabile della produzione mi richiama visibilmente seccata riportandomi il virgolettato del produttore esecutivo. Rispondo che no, non sono disponibile, la mia disponibilità per il lavoro non retribuito parte solo l’indomani e in ogni caso non avrebbe dovuto comportare dei costi da sostenere. Mi attacca brutalmente il telefono. Poi silenzio. Mando una mail alla produzione, qui sotto il testo: -“Buongiorno, ragazzi io sarei anche disposto a regalarvi qualche giorno di lavoro però bisogna che mi rendiate le cose un po’ agili. Avendo avuto convocazione dal 16 settembre io ho accumulato tutti i miei impegni in questa settimana in corso. Non avendo mezzi di spostamento se volete avermi disponibile bisogna che mi veniate un po’ incontro. Altrimenti ci sentiamo direttamente per il giorno 16. Aspetto dettagli sia per convocazioni che per recuperare la macchina della produzione. Grazie e buona giornata.” Questa sotto é la mail di risposta con la quale i signori della produzione mi licenziano: -“Grazie ma ho trovato una soluzione in loco e non ho più bisogno della tua partecipazione. Le mie necessità sono più urgenti. Saluti G.M.”
Considero inqualificabile e irritante l’atteggiamento di questi signori. L’ingaggio avrebbe previsto un compenso di mille euro netti per un mese di lavoro. I signori mi hanno scaricato così, senza esitare un secondo, nonostante mi avessero rassicurato, chiaramente solo a parole, che in nessun caso sarebbe successo che mi avrebbero scaricato una volta concordati periodo e retribuzione. Nel frattempo io chiaramente ho rifiutato altri ingaggi e ora sono a piedi. Ora concentratevi e captate tutti gli insulti che telepaticamente e in romanesco sto mandando a questo gentile signore ed al resto della produzione. Sicuramente non andrò a vedere questo film.
I tempi di pagamento per schiavo-senza-contratto-settore-cinema sono all’incirca 600 gg s.h.a.u.c.d.c.a. (Se Ha Almeno Un Cazzo Di Cugino Assessore).
T’è ‘ndacia amò bé.