Martinengo – Questa è la storia di Atika, di Hicham e dei loro due figli, di 3 e 9 anni. Questa è la storia dell’ennessimo comune della provincia di Bergamo che attraverso mosse poco chiare e comprensibili vuole svuotare i propri alloggi senza preoccuparsi troppo della fine che faranno le persone che li abitano. Ed anche questa sembrerebbe avere lo stesso epilogo delle tante storie che si sentono di questi tempi a Bergamo come nel resto del paese: c’è crisi ed in qualche modo i comuni hanno bisogno di fare cassa. Magari svendendo il patrimonio pubblico.
La famiglia Azim risiede a Martinengo da 20 lunghi anni, ma da 3 a questa parte le difficoltà economiche si sono acuite. Il padre, come in tante famiglie principale fonte di reddito, perde il lavoro e fatica a trovarne un altro, la madre lavora part-time per 4 ore al giorno. 500 euro al mese che bastano a ben poco per un nucleo famigliare di 4 persone. Il comune di Martinengo circa 18 mesi fa cerca di andare incontro ad Atika e Hicham, nel frattempo sfrattati da un alloggio privato, concedendo un appartamento per la situazione di emergenza in cui si trova la famiglia. Ora i termini sono scaduti ed oltre a finora fumose promesse di assegnazione di una casa popolare non si vedono soluzioni all’orizzonte.
La data dell’esecuzione fissata per l’11 gennaio è stata posticipata al 30 dello stesso mese grazie alla richiesta di aiuto che la famiglia ha avuto il coraggio di fare e all’intervento del sindacato Unione Inquilini e del Comitato di Lotta per la Casa di Bergamo. Ma fino a quando potrà andare avanti questa situazione? Quanto tempo una famiglia può resistere con la paura di finire per strada?