“Non parlate, non andate in bagno”: così si lavora a voucher a Bergamo

#machetilamenti – Siamo tre giovani, di cui un laureato e uno studente, senza fissa occupazione, e scriviamo indignati riguardo la nostra ultima esperienza di lavoro saltuario. Come altre 140 persone, di età che variava dai 18 ai 60 anni,  siamo stati contattati dalla società BarCode Italia Srl per svolgere il lavoro di inventario, spalmato in due differenti nottate, in due differenti sedi del supermercato Iper: quella di Seriate e quella interna a Orio Center.

Quando ci siamo presentati sul posto, all’orario stabilito (cioè le 21:00 e le 20:30, anche se il lavoro non sarebbe iniziato prima delle 22) ci siamo ritrovati a dover aspettare per circa un’ora prima di cominciare effettivamente il lavoro. Un’ora, quindi, che non ci verrà pagata, e che abbiamo passato la prima sera ammassati in una stanza, senza sapere cosa fare e senza ricevere informazioni,a Seriate, e congelando al parcheggio di Orio Center la seconda sera, in attesa di venire smistati nei vari gruppi di lavoro. Quando poi ci hanno finalmente divisi per cominciare a lavorare, i nostri “supervisor”, cioè degli addetti di BarCode che dovevano monitorare il nostro lavoro, hanno subito specificato le loro regole: non si fanno pause, non si va in bagno e non si parla tra di noi, anzi, non si parla proprio. Inoltre ci è sembrato assurdo che non ci venisse destinato il materiale utile allo svolgimento della nostra mansione: chi era ai frigoriferi del supermercato non ha ricevuto i guanti necessari per non congelarsi le mani, chi doveva verificare il numero dei prodotti sugli scaffali più alti di rado aveva a disposizione una scala, eppure era costretto a svolgere comunque il compito e si è ritrovato quindi a utilizzare addirittura strumenti improvvisati e non idonei quali, per esempio, i classici carrellini da spesa; inoltre l’atteggiamento dei nostri “supervisor” è stato sempre, categoricamente dai toni autoritari e canzonatori nei nostri confronti, con frequenti prese in giro. Addirittura uno dei nostri colleghi a un certo punto, dopo l’ennesima umiliazione, ha alzato la voce per finalmente farsi rispettare: a quel punto la reazione del “supervisor” è stata quella di chiedergli immediatamente il nome, come a ricattarlo. Insomma, oltre a essere stato trattato a pesci in faccia, il collega doveva anche stare zitto e non lamentarsi, pena la possibilità di non essere più richiamato per il lavoro, e questa era la situazione in cui ci trovavamo tutti noi.

Questo, infatti, era il clima che vigeva durante le ore che abbiamo passato lì, di continuo ed estenuante ricatto: chi si trova a dover accettare un lavoro del genere, alienante e ripetitivo, pagato a voucher (10 euro lordi all’ora, l’equivalente di 7,50 euro netti), durante le ore notturne, non può assolutamente permettersi di lamentarsi, di dire la sua, perché altrimenti rischia di perdere quei pochi soldi per cui sta lavorando. Il punto è che, se si accetta questo tipo di lavoro, significa che i soldi sono necessari, servono, e non ci si può permettere di rinunciarvi. Noi abbiamo voluto raccontare la nostra esperienza, perché riteniamo importante almeno raccontare, informare di quali sono le possibili dinamiche del mondo del lavoro di oggi, anche quando si tratta di lavoretti accessori. Oltre a noi ci sono altre centinaia di persone che si ritrovano praticamente costrette a svolgere occupazioni simili, in simili condizioni, e il tutto nella più assoluta legalità, grazie all’introduzione dei voucher e a un sistema del lavoro che, invece di tutelare i lavoratori, incentiva situazioni del genere, di sfruttamento e precarizzazione sempre più spietate e palesi, ovunque, nei più disparati settori del lavoro.

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7 Responses

  1. Antony
    Antony at |

    Stessa situazione ad Olbia!una ragazza dai capelli blue ci ha schiavizzato!!!siamo essere umani e nn bestie

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    1. Giorgio Ribertol
      Giorgio Ribertol at |

      Barcode è una frode poco ben organizzata per cui la Guardia di Finanza non ne andrebbe molto contenta.

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  2. Gio
    Gio at |

    Ma smettetela, siete ridicoli… Ho fatto anche io una decina di inventari con barcode e se questo è un ambiente di lavoro dove vieni “schiavizzato” dovreste provare ad andare in fabbrica… Ma cosa “siamo esseri umani e non bestie”? Ma andate a lavorare e non siate ridicoli per carità di dio… che con i ragazz di barcode mi son sempre fatto delle grasse risate, son tutti ragazzi giovani, provate ad andare a lavorare con capi frustrati di sessant’anni che vedono solo il lavoro e riversano le loro frustrazioni personali sui dipendenti, provate un pò prima di scrivere stupidate… poi la paga, 7,50 all’ora assicurati e con vaucher. E quanti soldi vuoi per fare un inventario? 10 euro all’ora? Ma non siate ridicoli e rimboccatevi le maniche…

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  3. Giorgio Ribertol
    Giorgio Ribertol at |

    Concordo con la descrizione e commenti qui sopra letti e aggiungo che ci sono anche casi (tra cui il mio) in cui erano garantite almeno 4 ore di lavoro, mentre ne ho svolte 2:50 perchè a loro dire avevo commesso troppi errori e quindi mi hanno fatto uscire da una filiale dell’Euromercato nella provincia di Como, per aspettare che il resto degli impiegati finisse l’inventario…….dico, potevano almeno dare un minimo di preavviso di conseguenza agli errori che avevo commesso, magari per non commetterne altri, ma no, con metodi autoritari e con il gusto palese di denigrarmi mi hanno fatto uscire senza un gran che di spiegazioni e pagandomi solo 18 euro per il corrispettivo di 2:50h di lavoro quando comunque da conntratto ne erano garantite almeno4…………è uno schifo a partire dall’atteggiamento dei vari supervisori (poco credibili comunque) e per il pagamento scarso e non regolare avuto…..le 4 ore vanno pagate, ed è già poco visto che si dovrebbero anche pagare le ore complessive in cui si è impiegati nell’attesa dei pullman e il viaggio che si compie….auguro alla Barcode poca vita e dato il loro essere approssimativi sarà breve data la più preparata ed organizzata serie di aziende competitrici, e auguro anche una visitina fatta dalla Guardua di Finanza così abbasserebbero un po’ la cresta questi pseudo imprenditori che si sentono all’apice di non so che!!!!…….Ritengo Barcode una frode poco ben organizzata e sarà mia premura togliervi terreno fertile per ingannare altre persone e trattarle a pesci in faccia!!!!!!……..è uno schifo totale che andrebbe spazzato via di netto!!!!!……dalle 19:00 fino alle 3:00 di mattina per 18 euro………siete dei maledetti LADRI schifosi e vi auguro di spendere tutti i soldi che fate alle spalle della povera gente in medicine per mali incurabili dove neanche la morfina vi aiuterebbe per alleviare i dolori e i malesseri…..Prima o poi la pagherete, c’è l’avete scritto in faccia che siete sporchi!!!!!!!!!!!

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  4. Marco
    Marco at |

    Concordo con quello detto qui sopra , toni autoritari , chi sbaglia non verrà richiamato , apparecchi dati da loro per contare che si bloccavano e poi mi prendevo io la colpa . E la sensazione di essere trattati come schiavi da persone che avranno si e no la licenza media che risulta un po fastidioso .

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  5. Paola
    Paola at |

    D’accordo con tutti i feedback negativi. Caro “Gio”, io in fabbrica ci ho lavorato. È un ambiente paradisiaco messo in confronto con gli inventari di Barcode.
    Cominciamo con ordine:
    Dopo ben 2 video colloqui vengo chiamata per un colloquio di gruppo in agenzia. Superato, ho fatto per loro 2/3 inventari per guadagnare circa 30 euro ad ogni inventario notturno. Con questi soldi non mi sono certo rifatta dei soldi e del tempo perso per i 3 colloqui. Questa estate ho provato a contattare via mail e telefono la “signora Janet Presenza”. Impossibile contattarla. Una settimana fa ricevo diverse mail e telefonate che mi richiedono la presenza ad un ulteriore colloquio non retribuito, ovviamente!
    Durante uno degli inventari vengo anche rimproverata perché la scala non mi permetteva di arrivare al piano superiore. Le ho tranquillamente risposto “non è colpa mia se sono bassa” (160 cm).
    Ma poi, i colloqui e i videocolloqui non li fanno con i supervisor? Anche un bambino solo guardandoli, si accorgerebbe che “non stanno bene”.

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  6. Massimiliano
    Massimiliano at |

    E non sempre pagano.

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