Dalmine – “Lavoro alla Tenaris Dalmine e faccio parte del sindacato FLMU CUB”. Racconta Massimo “in Tenaris Dalmine il reparto che produce le bombole per l’ossigeno ad uso ospedaliero vi lavorano un 30 persone. In Dalmine siamo circa 1300”. Proprio la produzione di bombole è stata la scusa per l’azienda per riaprire ma soprattutto l’elemento di narrazione che Bonometti (Confindustria Lombardia) ha usato per difendere le pressioni padronali per garantire la produzione. “L’azienda ha sostenuto che la produzione legata al ramo energetico (petrolio) è essenziale e quindi seppure anche CGIL CISL e UIL non fossero d’accordo, ha chiesto di lavorare a lavoratori cosiddetti “volontari” . Questo in barba ai decreti e al sindacato. Bergamo deve correre come recita lo spot di confindustria”.
Il racconto di Massimo continua ed entra nel ventre della macchina aziendale “teoricamente Tenaris Dalmine è molto attenta alla sicurezza: corsi, cartelloni in fabbrica che invitano alla sicurezza, giornalino aziendale che riporta numerosi articoli sull’argomento. Quando bisogna correre per produrre le cose cambiano molto e la sicurezza viene posta in secondo piano. L’importante è indossare sempre casco e guanti se poi c’è da esporsi al calore dell’acciaio fuso per far ripartire una linea si lascia che ci si esponga. Magari si chiamano i volontari…”
Cosi anche quando si è saputo del Covid 19 non si è fatto nulla fino quando la gente iniziava ad ammalarsi. Anche colleghi. Allora si è iniziato con il sapone. Per le mani. Mascherine le solite per 8 ore e avevano iniziato anche a razionarle. Ci si disponeva a scacchiera sul pulmino e in mensa ma poi ti ritrovavi tutti insieme negli spogliatoi a 30 cm di distanza a cambiarsi la tuta. Comunque anche sul lavoro, nelle cabine difficile se non impossibile mantenere per 8 ore l’attenzione sulla distanza di sicurezza. E come succede per le RSA e come sta succedendo per molte parti della società non ci sono dati ufficiali su quel che accade dentro le fabbriche ma in Tenaris Dalmine. Abbiamo due morti e alcuni lavoratori sono in terapia intensiva perché bisognava e bisogna ancora produrre. Questa è l’idea di esempio virtuoso? Oppure è il vetril o le penne per i touch pannel che rendono tanto virtuosa la Dalmine? Il lavoro a ogni costo, la produttività a ogni costo, anche di morte, è virtuoso? Allora sì è virtuosa la Dalmine che si prepara a ripartire. Con Bombole che non ha mai chiuso”.
Ma le volontà dell’azienda così come le pressioni di Confindustria e le debolezze di Regione e Governo trovano nuovamente sulla loro strada la dignità operaia e lo sciopero lanciato da FLMU CUB in tutt’Italia fino al 13 aprile. Secondo Massimo è “difficile sapere quanto abbia influito lo sciopero della CUB. Sicuramente è stata una spallata importante perché non avrebbero avuto più numeri sicuri per produrre e la paura montava tra i lavoratori, in Dalmine come in altre realtà”. E conclude ricordando “è notizia di ieri l’apertura di un’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid19. Ci adopereremo affinché anche i lavoratori dicano la loro”.