Martinengo – E’ ormai tristemente famoso il comune della bassa bergamasca guidato dall’amministrazione monocolore della Lega Nord. Altrettanto lo è il sindaco, Paolo Nozza, tanto per la scellerata fermezza nel portare avanti gli sfratti nel proprio comune quanto per una serie di scandali che hanno riguardato l’amministrazione che presiede. E’ di due mesi fa infatti la notizia, riportata dai principali giornali locali, degli incarichi per la ristrutturazione di 8 edifici comunali affidati a zio e nipote del primo cittadino. Al 2009 risale invece la notizia dell’assegnazione al collega di studio, essendo Nozza di professione avvocato, di tre differenti cause che vedevano coinvolto il Comune di Martinengo. E se il motivo che vedrebbe improrogabile lo sfratto della famiglia Bouabid è la necessità per il Comune di fare cassa, svendendo il patrimonio collettivo degli abitanti, si fatica a comprendere le motivazioni per cui sarebbe stato aumentato lo stipendio dei consiglieri comunali.
Misteri insondabili, se non fosse che l’unica certezza è la ferma volontà di buttare per strada la famiglia da una casa comunale per cui l’affitto viene regolarmente saldato. Il Comune afferma che la casa era stata affidata per emergenza e che ora, venendo a mancare i requisiti, la casa va lasciata vuota. Anzi, la casa va venduta. Si arriva così alla mattina di oggi, 18 dicembre, ennesima (la settima) data in cui interviene l’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto. Un folto gruppo di persone solidali con la famiglia, circa quaranta, assieme al sindacato “Unione Inquilini” si raduna davanti alla casa per impedire lo sfratto. L’ufficiale giudiziario peró non si presenta e comunica il rinvio al 11 gennaio. Una storia che si ripete sempre uguale ormai da un anno per la famiglia Bouabid, che intanto è in attesa dell’imminente pubblicazione della graduatoria del recente bando ERP del comune di Martinengo. La famiglia risulta essere ai primi posti per un’assegnazione di casa popolare, ma questa non avverrà comunque entro la data del nuovo sfratto.
Quindi il picchetto anti sfratto si è trasformato in un corteo che ha sfilato per le vie del centro del paese, mentre si svolgeva il mercato, fino ad entrare in comune, occupato temporaneamente, per richiedere di garantire il passaggio da casa a casa alla famiglia. Totale chiusura da parte del sindaco, che conferma farà eseguire lo sfratto il giorno 11, se necessario con ausilio della forza pubblica. Famiglia e partecipanti al picchetto rispondono “quel giorno non ci faremo buttare fuori”.
La situazione degli sfratti nella bergamasca sta diventando un vero dramma sociale. Ogni giorno 4 sfratti, mentre il parziale a Settembre 2012 dei dati comunicati dalla Prefettura parla di 720 provvedimenti emessi, 1.021 richieste di esecuzione e 325 eseguiti. I posti di lavoro continuano a diminuire, le fabbriche chiudono e quelle che riescono spostano all’estero la produzione. Conseguenza principale è la difficoltà prima e l’impossibilità poi a pagare l’affitto. Stessa la sorte per chi ha acceso un mutuo. Ma se molti comuni lamentano la totale occupazione degli alloggi pubblici risulta scandalosa la volontà, come quella del Comune di Martinengo, di svendere gli strumenti per poter attutire una crisi di cui probabilmente ancora non abbiamo visto la faccia più crudele.
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