Il popolo boliviano al voto: la testimonianza del Mas


Bergamo – Domenica 18 ottobre si sono tenute le elezioni presidenziali in Bolivia, dopo che un anno fa la rielezione del leader del Mas (Movimento al Socialismo) Evo Morales fu considerata illegittima dalla destra conservatrice. Ciò portò a un vero e proprio colpo di stato: una parte dell’ esercito sostenne la presa del potere da parte dei partiti della destra oligarchica, bianca e borghese, le popolazioni indigene furono perseguitate, i sostenitori del Mas arrestati o uccisi, Morales e i vertici del partito furono costretti a cercare rifugio all’estero. Tutta la comunità internazionale, in primis gli Stati Uniti, non mosse un dito ma anzi, si parlò di governo legittimo avvalorando la tesi secondo cui vi erano stati dei brogli elettorali, nonostante gli osservatori internazionali affermassero il contrario.

Con l’ appoggio statunitense il governo golpista ha mantenuto il potere fino a domenica scorsa, quando il popolo boliviano è stato chiamato a eleggere il nuovo presidente: Luis Arce, già ministro delle finanze del governo Morales, candidato del Mas, è il nuovo presidente boliviano. La vittoria è stata schiacciante: le percentuali sono infatti oltre il 54%, con 25 punti di vantaggio sullo sfidante Mesa, filo-statunitense e rappresentante del governo golpista.

Anche a Bergamo sono stati allestiti i seggi per poter permettere alla più grande comunità boliviana in Italia di esprimere il proprio diritto di voto. A Bergamo infatti, nonostante le percentuali di voto non abbiamo sancito la vottiria di Arce, i membri del Mas sono presenti e attivi, e hanno costruito una rete europea in supporto alle politiche adottate negli ultimi 14 anni da Morales: la difesa delle pluralità indigene, le nazionalizzazioni contro le multinazionali energetiche, l’ accessibilità gratuita per tutti e tutte a sanità e istruzione. Un’ elezione che ha un portato importante sullo scenario internazionale: in un’ America Latina sempre più schiacciata sotto il tallone degli Usa e dei governi militaristi e nazionalisti, la Bolivia rappresenta un modello di governo dalla parte degli ultimi, e a tutela dei diritti fondamentali di tutti e tutte.

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