Anche quest’anno a Bergamo la commemorazione per il partigiano Ferruccio dell’Orto

Bergamo – Ieri come ogni 8 febbraio si è ricordato a Bergamo il partigiano Ferruccio dell’Orto, appartenuto alla S.A.P., Squadra di Azione Patriottica di Bergamo, ucciso a soli 17 anni dai fascisti, nel 1945. Rappresentate della Resistenza italiana, ieri come oggi, Ferruccio viene ricordato alla targa che porta il suo nome in via Pignolo. In questa giornata viene anche sempre ricordata la partigiana Angelica “Cocca” Casile, morta nel 2017, compagna di Ferruccio, figura trainante e di riferimento per tanti e tante a Bergamo. La commemorazione è stata come ogni anno molto partecipata, con interventi al microfono da parte dei collettivi cittadini, e da Anpi e Isrec.

Il momento di commemorazione vuole non soltanto ricordare chi ha fatto la Resistenza, ma anche ribadire l’importanza fondamentale delle lotte antifasciste in città. Da poco a Bergamo è nato anche un nuovo progetto, chiamato Progetto Adriana, intitolato alla partigiana bergamasca Adriana Locatelli. L’obbiettivo primo del neonato progetto è quello di riassegnare proprio a nome di questa partigiana tutte quelle vie, scuole e monumenti che a Bergamo portano il nome di Antonio Locatelli, aviatore fascista durante la guerra in Etiopia nel ’36. Il senso è quello di preservare i valori antifascisti in città, anche attraverso i luoghi fisici che la compongono e che comunicano, con la propria esistenza e il proprio nome, idee e valori specifici. Nel comunicato ufficiale del Progetto si legge: “Siamo sul territorio e ci dedichiamo al territorio, di conseguenza siamo convint che è più che mai necessario dare attenzione ai luoghi della resistenza, ma anche a quelle vie, edifici, personaggi e spazi della città che purtroppo ancora portano nella loro simbologia, e alcune volte pratiche, il fascismo”. Qui di seguito la foto con il testo dell’intero comunicato.

La giornata di ieri è insomma stata un’occasione non solo per commemorare chi ha combattuto per liberarci dal dominio fascista, ma è stata anche una giornata di lotta che ha ricordato ancora una volta come a Bergamo non debba esserci spazio per qualsiasi forma di oppressione e fascismo, e come le strade per praticare queste nuove forme di resistenza possano essere tante, e diverse.

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