Bergamo – Il sindacato AsIA (associazione inquilini e abitanti) di Bergamo ha lanciato in questi giorni sui social network una campagna, in linea con la decisione a livello nazionale, chiamata “Io resto a casa, ma…”: tante le persone che hanno partecipato a una “chiamata virtuale” che, tramite foto con cartelli esplicativi, vuole essere un modo di mettere in luce le difficoltà in cui si trovano tantissimi cittadini e cittadine, le cui condizioni di vita, complici un redditto estremamente basso o, in alcuni casi, inesistente, non permettono di riuscire a pagare l’affitto e fanno sì che in tanti, troppi, ancora oggi si ritrovino nel lancinante dubbio di poter perdere la propria abitazione. E’ purtroppo una realtà inesorabile quella di moltissime persone che non percepiranno cassa integrazione di sorta o che, nel caso la ricevessero, dovranno aspettare a lungo e rimanere, nel frattempo, senza alcun tipo di entrata mensile e con l’acqua alla gola. La situazione critica in cui vertono così tante persone rende indispensabile, per il sindacato, un intervento governativo.
Le richieste avanzate a livello nazionale da AsIA nel qui e ora, come si legge dai suoi comunicati e dalle sue dichiarazioni pubbliche, sono fondamentalmente il blocco degli affitti e del pagamento delle utenze, oltre a un reddito d’emergenza per coloro i quali non ne percepiscono uno e un provvedimento specifico che impedisca di intimare sfratti per le morosità accumulate durante il periodo di emergenza sanitaria. Queste vorrebbero essere misure di contenimento del disagio in cui vertono molti singoli e famiglie in questo momento difficile.
Ma le rivendicazioni del sindacato non finiscono qui, e pongono lo sguardo anche al futuro, con queste richieste:
“1 – Abrogazione della 431/98 per fermare il libero mercato degli alloggi, introducendo un canone sopportabile per gli alloggi di civile abitazione;
2 – Un piano di incremento e miglioramento dell’edilizia residenziale pubblica.
3 – Prevedere una norma che si ponga l’obiettivo di graduare gli sfratti che, anche a causa dell’emergenza sanitaria, aumenteranno in maniera incontrollata, riteniamo necessario porre un limite numerico ai provvedimenti di rilascio alloggio eseguibili quotidianamente, mensilmente e annualmente su tutto il territorio nazionale.
4 – Tassazione specifica delle grandi proprietà immobiliari, prevedendo aliquote sanzionatorie per il
patrimonio sfitto.
5 – Tassazione specifica sugli affitti brevi ( air bnb, booking.com); le conseguenze che questo nuovo mercato provoca nelle grandi città sono devastanti, diffusamente permettono una determinazione del livello dei canoni molto superiore a quello che è il livello dei salari, riteniamo inaccettabile che i proprietari che scelgono questi canali per affittare paghino aliquote ordinarie o addirittura possano usufruire della cedolare secca. Crediamo che proprio a chi sta affittando a prezzi molto più alti di quelli di mercato si debba chiedere un contributo maggiore in termini di tassazione anche e soprattutto per trovare un canale di finanziamento che possa, insieme alla tassazione di cui al punto 4, finanziare l’aumento dell’offerta abitativa pubblica.”
Lo scopo delle rivendicazioni pubbliche del sindacato vuole essere non solo quello di tamponare l’emergenza dovuta alla crisi che stiamo vivendo, e che colpisce con maggior ferocia quelle fasce di popolazione economicamente più deboli e precarie, ma anche quello di fare in modo che vengano tutelate il più possibile una volta che l’emergenza sarà passata. La condizione di povertà nella quale si trovano tantissime famiglie, a Bergamo e provincia, e in tutta Italia, erano stabili prima della crisi sanitaria e lo sono ora: l’obbiettivo del sindacato vuole essere quello di fare in modo che venga rispettato il diritto per tutti e tutte ad una vita dignitosa.