Le strade del 25 aprile non finiscono mai

Bergamo – Quest’anno il 25 aprile non potremo festeggiarlo nelle strade. La festa della Liberazione non potrà essere celebrata dal consueto corteo cittadino, dai concerti, dai pranzi sociali. Quest’anno la situazione emergenziale in cui siamo costretti e costrette a vivere ci obbliga a stare chiusi in casa, isolati, senza possibilità di incontro, di scambio. Sono passati 75 anni da quel giorno luminoso in cui Milano e l’Italia tutta vennero liberate dal tallone dell’oppressione nazifascista. Si emergeva allora da anni bui, quelli post-armistizio: anni di rastrellamenti, deportazioni, bombardamenti e rappresaglie. La popolazione civile rimaneva chiusa in casa, attanagliata dall’angoscia nel sentire ogni sera il frastuono della sirena antiaerea, o il rumore degli autocarri tedeschi in cerca di partigiani. La situazione che stiamo vivendo oggi, per quanto lontana e differente, presenta delle similitudini con quei giorni: il divieto di uscire di casa, la paura diffusa con ogni mezzo d’informazione, l’apprensione per i propri cari, il linguaggio di guerra usato da politici, l’incertezza sul domani. Nei giorni della Resistenza moltissime persone, anche giovanissime, decisero di resistere e combattere contro quel mondo, fatto di soprusi e ingiustizie, sacrificando le proprie vite in nome di un ideale di libertà e giustizia.

Oggi abbiamo di fronte un dramma umanitario e sociale che ha causato moltissimo dolore e continuerà a causarne, anche per le conseguenze economiche e sociali che l’emergenza avrà. In queste settimane abbiamo visto i politici e gli esperti in ogni canale comunicativo contraddirsi a vicenda e continuare a propinare proclami e slogan. L’emergenza nella nostra regione – e in particolare nella nostra provincia – ha dimostrato chiaramente come lo sfacelo della sanità pubblica e l’incompetenza dei vertici regionali abbiano portato a questo dramma, causando moltissime vittime che potevano essere evitate.

Questo 25 aprile lo dovremo passare in casa, ma sappiamo con quale spirito dobbiamo affrontare questa giornata e quelle che verranno: le nostre armi saranno lo spirito della solidarietà, che ha visto in esempi come Super Bergamo una splendida realizzazione, la controinformazione, la resistenza quotidiana di fronte a questa situazione, la certezza che un giorno, quando tutto questo sarà finito, dovremo pretendere a gran voce verità e giustizia per ciò che abbiamo subito, e per coloro che abbiamo perso.

Abbiamo voluto ricordare in questo video alcuni interventi degli scorsi anniversari della Liberazione, per ricordarci insieme di come la lotta partigiana non fosse solo una lotta contro il fascismo, ma anche un movimento popolare di riscatto, in cerca di conquistare una società più giusta, in cui nessuno viene abbandonato, e gli interessi economici non prevaricano i diritti inalienabili di ognuno.

Ricordiamo l’esempio e il sacrificio dei partigiani e delle partigiane, avendo ben presente che la lotta di Liberazione passa anche dai nostri esempi e dalle nostre azioni.

“Libero è solamente chi s’inserisce nella realtà e la trasforma, non chi procede tra le nuvole”.

C. Pavese

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