Bergamo – Oggi i portici di fronte all’entrata del centro servizi di Unicredit si sono trasformati in un istante in un abitazione a tutti gli effetti. Non mancava nulla nell’alloggio improvvisato in piazza Vittorio Veneto: il letto con comodino e abatjour, il tavolo con piatti, bicchieri e una bottiglia di vino, lo stendipanni, il ferro da stiro con relativo asse e persino una poltrona con tanto di tappeto da salotto. Ad animare la casa a cielo aperto alcune decine di persone, intente in disinvolte attività domestiche o semplicemente adagiate su cartoni con coperta e cuscino. L’obiettivo della protesta era quello di denunciare il numero crescente di pignoramenti che le banche mettono in atto nei confronti di chi, a causa della crisi finanziaria e dell’aggravio dei tassi di interesse, non riesce più a sostenere le rate del proprio mutuo. E’ quanto è successo ad una famiglia di Verdellino (madre ultracinquantenne e figlio studente di 25 anni) presente all’iniziativa, che dopo aver onorato per 28 anni il mutuo è risultata inadempiente negli ultimi 3 anni. Il sogno di acquistare una casa si è così trasformato nell’incubo di un canone non sostenibile e di un sacco di soldi, frutto di fatiche, buttati al vento. L’abitazione è stata messa all’asta e il nuovo proprietario ora esige un canone di locazione di 500 euro. «Mia madre – ha spiegato Fabrizio – ha una grave invalidità del 75 % e percepisce una pensione di 273 euro al mese, con cui è impossibile non solo pagare un affitto a prezzo di mercato, ma anche semplicemente provvedere alle necessità quotidiane». A Bergamo, tra il 2007 e il 2010, i pignoramenti sono aumentati del 54%, un dato che colloca la provincia al sesto posto delle triste classifica per incremento di pignoramenti. Un protagonista dell’azione di protesta dichiara «Negli ultimi mesi un numero crescente di famiglie ha subito il pignoramento della propria abitazione. Riteniamo inaccettabile che vi siano persone che rischiano di finire in mezzo ad una strada poiché impossibilitate a fare fronte alle rate del proprio mutuo, mentre in provincia proliferano immobili vuoti e appartamenti sfitti, spesso di proprietà delle stesse banche». L’emergenza abitativa si configura come un fenomeno relativamente recente per la provincia bergamasca, almeno nelle dimensioni che oggi assume il problema. Con lo scoppio della crisi finanziaria, a cavallo tra il 2009 e il 2010, gli sfratti per morosità incolpevole hanno osservato un incremento allarmante di oltre il 330 %, e il dato ad oggi sembra destinato ad aumentare.
articoli correlati: