Bariano – Fra ruspe, reti e piloni del TAV nasce un’iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica (specialmente quella del territorio) rispetto alla costruzione di due grandi opere che sorgeranno nella bassa bergamasca: TAV e Bre.Be.Mi. I ragazzi e le ragazze del collettivo Uscita di sicurezza di Bariano hanno organizzato una due giorni di cultura e socialità dal titolo “Il cemento non ci ferma: folklore in movimento” in una cascina che verrà presto abbattuta per far posto al cantiere dell’Alta Velocità. Due giorni intensi in cui sono state organizzate presentazione di libri, concerti, proiezione di film, assemblee, presentazione di progetti, cene e aperitivi; il tutto costruito per trasmettere messaggi ecologisti, di difesa del territorio, contro le grandi opere inutili.
Il 12 luglio prossimo scade il termine ultimo per il proprietario della cascina e la sua anziana madre per lasciar l’abitazione in cui hanno vissuto per tutta la vita, perché il cantiere deve andare avanti e quella cascina coi suoi campi e i suoi orti, simbolo di una cultura rurale storicamente rappresentativa per quei territori, verrà abbattuta per lasciar posto alla linea dell’Alta Velocità. Le perplessità relative alla costruzione delle due grandi opere si sta diffondendo,assieme al timore che l’arricchimento dei soliti squali del cemento e la distruzione di un territorio viaggino in parallelo.
Molte persone ancora non sanno che il TAV passerà nella nostra provincia, eppure i cantieri sono già iniziati da un pezzo e moltissimi dei soldi stanziati sono già stati sperperati. Dopo l’iniziativa del 1 aprile (la passeggiata sui cantieri della BreBeMi per togliere i picchetti segnaletici del cantiere) questa è la seconda iniziativa del collettivo barianese per sensibilizzare la gente che in quei posti ci vive, e che li vedrà deturpati in maniera irreversibile.
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