Bergamo – È stato un fulmine a cielo sereno. Questa mattina, verso le 10, un operaio impiegato nei lavori di ristrutturazione dell’Accademia Carrara si è arrampicato in cima alla gru che sovrasta il cantiere, per inscenare una protesta tanto inattesa quanto spettacolare. Il gesto drammatico sarebbe stato dettato dall’esasperazione del giovane operaio, che intendeva denunciare in questo modo le troppo mensilità arretrate non percepite. L’operaio sarebbe infatti dipendente di una delle società subappaltatrici dei lavori di restauro e messa in sicurezza della struttura. Il meccanismo smascherato dalla protesta sarebbe lo stesso di sempre: le aste al ribasso per l’acqusizione delle commesse ricadono sulle società subappaltatrici, che poi scaricano la scarsa disponibilità di risorse su chi lavora, pagando poco o alle volte non pagando proprio.
La società appaltatrice dei lavori all’Accademia, la Claudio Salini S.p.A., è un nome di primissimo piano nel ramo delle costruzioni. Salini è infatti il nome di una dinastia che con il cemento ha fatto fortuna. La famiglia Salini è balzata agli onori della cronaca questa estate per la nomina di Pietro Salini ad amministratore delegato niente meno che del colosso Impregilo. Si è trattato di una svolta “familiare”. Pietro è a capo della Salini Costruttori, di cui lo stesso Claudio Salini controlla il 47%. Insomma, si parla dei “giganti” del cemento, ovvero di fatturati da decine di milioni di euro: Salini Costruttori ha chiuso il bilancio 2011 con un attivo di oltre 50 milioni di euro. Come è possibile allora che in fondo alla catena di appalti e subappalti vi siano lavoratori costretti a salire in cima ad un gru per reclamare il proprio stipendio?
La questione ha però anche delle implicazioni locali e non mancherà di alimentare le polemiche. Già nel recente passato la consigliera comunale Paola Tognon, del Partito Democratico, aveva duramente criticato la gestione dell’Accademia e dei lavori di ristrutturazione da parte della giunta Tentorio. In primis, in relazione allo sciagurato blocco del cantiere, durato troppi mesi in attesa che fossero allocate le risorse necessarie. In secondo luogo, perchè ad oggi non pare giungere alcun segnale da parte dell’amministrazione circa le prospettive di rilancio dell’Accademia, che pure, a tutti gli effetti, rappresenta uno dei simboli dell’arte e della cultura a livello locale e un patrimonio inestimabile della città. Che ne è stato della proposta di una commissione scientifica di livello internazionale utile alla costruzione di un progetto di riallestimento delle collezioni?
La gestione discutibile dell’Accademia fa il paio con i tagli operati negli ultimi quattro anni al sistema bibliotecario urbano, all’introduzione di un ticket ai musei cittadini a ingresso libero, al generale disinvestimento nell’ambito del finanziamento alla cultura. Se produzione e accessibilità culturali per Tentorio non sono priorità, non è fuori luogo allora porre alcuni interrogativi sul senso della candidatura di Bergamo a Città Europea della Cultura 2019. Quale vorrebbe essere nel pensiero dell’amministrazione l’elemento qualificante dell’evento? Il sospetto è che, come accaduto altrove, il fine ultimo dell’evento sia l’evento stesso, in quanto occasione di attrarre fondi e pretesto per giustificare la necessità di nuove infrastrutture, ovvero altro cemento. La protesta sulla gru di questa mattina mette a nudo quali siano le ricadute di questo mdello di sviluppo: alti profitti per pochi grandi costruttori, redditi bassi e intermittenti per la popolazione. Un dato di cui prendere atto.