#machetilamenti – Un’offerta di lavoro diviene un’ennesima esecrabile occasione di razzismo. Pubblichiamo una lettera giunta in redazione che racconta dell’avviso esposto in questi giorni nei negozi della catena Artigianpiada.
“Sono stata recentemente in uno dei negozi della catena Artigianpiada, nello specifico quello di Trescore. All’ingresso ho visto affisso un cartello che diceva, a chiunque fosse interessato, di inviare il proprio curriculum via mail o fax per un posto di lavoro in uno dei negozi della provincia di Bergamo. Ho chiesto subito informazioni poiché, nonostante io abbia fortunatamente un lavoro, quando vedo offerte di questo tipo, contatto gli amici che lo stanno cercando.
Solo dopo però ho notato quello che veramente chiedeva l’annuncio. La prima caratteristica o qualità che il candidato deve avere è essere italiano.
Dopo aver riletto più volte, incredula, a quella parola mi sono tornate alla mente le frasi che il leghista Salvini ha avuto il coraggio di dire in una trasmissione di La7 giorni fa. L’eurodeputato sosteneva non solo che gli immigrati rubano il lavoro agli italiani ma, nell’apoteosi del suo delirio, è anche riuscito a dire che la colpa dello sfruttamento del lavoro degli immigrati è degli immigrati stessi che si fanno sfruttare!
Ho pensato così che, per difendersi da questo furto di lavoro, i proprietari della catena di Artigianpiada si siano trovati costretti a specificare la nazionalità del candidato. Però qualcosa non mi quadra: quando io, italiana bianca, faccio un colloquio di lavoro, mi viene chiesto di solito una buona conoscenza della lingua inglese, ma nessuno si è mai sognato di chiedermi di essere inglese!
Non capisco quale mansione, all’interno di un franchising alimentare, non possa essere svolta da uno straniero che eventualmente (ma non è detto che sia necessario) parli un buon italiano.
Magari hanno paura che qualche extracomunitario rubi la ricetta della piadina romagnola (che se proprio volessimo essere coerenti dovrebbe essere preparata solo da romagnoli doc), e diventi milionario in qualche paese del terzo mondo saturando il mercato e non lasciando più spazio ai piccoli negozi Artigianpiada.
Oppure, quelli di Artigianpiada, le piadine le impastano col razzismo più becero.
P.s. tutte le osservazioni fatte fin ora non prendono in considerazione la più ovvia, anche in un paese come il nostro: discriminare per razza o nazionalità non è consentito dalla legge.”