Che il parcheggio della Fara muova gli interessi di grandi imprenditori è un fatto assodato: la grande opera fa gola a molti e in tanti sono coloro che sono coinvolti, a più livelli, nel progetto.
Quali sono le aziende che sono riuscite a tenere in scacco ben quattro amministrazioni a Bergamo? Chi ha proposto questo parcheggio è stato capace di ottenere l’atto transattivo di ottobre scorso, evitando penali, senza che l’episodio della frana compromettesse l’affare, incassando i soldi dei parcheggi in Città alta e lasciando un cantiere abbandonato dal 2008. Chi è stato così bravo da salvaguardare i propri interessi con tanta professionalità?
Nel 2001 a lanciare l’idea del silos di 9 piani c’era una ATI (associazione temporanea di imprese), la capofila è Parcheggi Italia SPA, insieme ad ATB, la municipalizzata che si occupa di trasporti e tre aziende che devono intervenire nel cantiere: Cavalleri Ottavio SPA, Locatelli Geom. Gabriele SPA e Cividini SPA.
Parcheggi Italia è il il ramo italiano del colosso Best in Parking Holding, un impero industriale in mano a Johann Breiteneder junior, figlio dell’omonimo Johann Breiteneder “il re viennese dei parcheggi”. La società gestisce 60.000 parcheggi tra Italia, Austria, Croazia, Slovacchia e Svizzera.
Gregorio Cavalleri è finito in carcere ad aprile per un’indagine della Procura di Vibo Valentia sui lavori dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria . A fargli compagnia la responsabile amministrativa Carla Rota e il rappresentante legale Vincenzo Musarra. Gli inquirenti ipotizzano il reato di truffa aggravata ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture.
Una parte del tratto autostradale dell’A3 è stato sequestrato perché si considera pericoloso per la sicurezza pubblica. I magistrati hanno chiesto il sequestro dei beni della Cavalleri per un valore di 11 milioni e 392 mila euro.
Anche la Procura di Bergamo sta indagando sulla Cavalleri per bancarotta fraudolenta, in particolare sembrerebbe che siano state create società ad hoc per sottrarre il patrimonio della società.
A fallire oltre alla Cavalleri Ottavio SPA anche le controllate Pergola Scarl, Del Santo Scarl, Lavori Generali srl e AquatrroScarl.
Pierluca Locatelli è attualmente inquisito proprio per il materiale che ha portato nel cantiere della Fara per tamponare la frana, oltre che per le presunte discariche di Villa D’Adda e Carvico. Dopo una prima assoluzione per prescrizione del reato, la Cassazione ha riportato in giudizio l’imprenditore di Grumello Del Monte e la sentenza del Giudice Gaetano Buonfrate è attesa per il 13 settembre prossimo.
Presso la Procura di Bergamo è in corso anche il processo per i presunti rifiuti sotterrati sotto la BREBEMI.
Locatelli nel frattempo di condanne ne ha inanellate un buon numero. L’imprenditore di Grumello del Monte è stato condannato a sei mesi per aver versato una tangente da 50.000 euro a Marcello Moro di Forza Italia, assessore al personale della Giunta Tentorio nonché riferimento per Comunione e Liberazione. Moro è stato condannato in primo grado per corruzione a un anno e mezzo di reclusione.
Locatelli condannato a 6 anni di carcere per la variante di Orzivecchi, con pena confermata dalla Corte d’appello di Brescia a marzo di quest’anno. Il reato compiuto è quello di traffico illecito di rifiuti e frode in pubbliche forniture.
Nel 2014 invece la Condanna per Locatelli a due anni per corruzione dell’ex vice-presidente regionale Nicoli Cristiani del PDL nell’inchiesta relativa alla discarica di Cappella Cantone, a Cremona.
In quell’occasione al comitato di cittadini che si batteva contro la discarica di amianto e ne denunciava le irregolarità, arrivò la querela dell’assessore leghista ai rifiuti Daniele Belotti. La stessa indagine coinvolse anche l’assessore regionale Marcello Raimondi e i vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo.
Per i processi di Orzivecchi, di Cappella Cantone e della BREBEMI, a difendere l’imprenditore Locatelli è stato l’avvocato Roberto Bruni, sindaco di Bergamo in carica durante la frana del 2008.
A compiere le opere di messa in sicurezza della parete sotto le mura ci pensa la altoatesina AlpenBau. L’amministratore delegato Niederkofler è imputato per i lavori commissionati dalla Eva Valsabbia di Chicco Testa per la costruzione di una centrale idroelettrica nella Valle del Mis, in provincia di Belluno. I reati di cui dovranno rispondere per abusi edilizi e ambientali. Lavori difformi da quelli autorizzati, la mancanza delle autorizzazioni del Parco delle Dolomiti, l’invasione di terreni demaniali destinati a uso civico. Una vittoria per i comitati ambientali che riescono a bloccare l’opera.
Nel frattempo il concessionario cambia assetto societario: Bergamo Parcheggi, le cui quote sono controllate da Parcheggi Italia per il 68% (che ha rilevato le quote di Cividini, Cavalleri e Locatelli, ognuno col 6% ) e ATB con il 32%.
L’anomalia di questo project financing rinnovato con l’atto transattivo del Comune di Bergamo di ottobre 2016 è che l’azienda concessionaria non ha al suo interno nessuna impresa in grado di compiere i lavori ma deve ricorrere a appalti esterni per la realizzazione dell’opera.
Il bando a evidenza pubblica
Le altre aziende coinvolte sono la Collini spa di Trento e la Seak srl di Bolzano. La prima è un’impresa di Trento che realizza strade, autostrade, ferrovie, metropolitane, ponti e viadotti e che in passato ha già lavorato in Bergamasca. La seconda, con sede a Trodena (Bolzano), è invece specializzata nell’ambito della progettazione e della realizzazione di teleferiche per materiali, ossia di macchine per il trasporto su rotaia di merci e carichi. Entrambe si sono aggiudicate il bando ad evidenza pubblica per la realizzazione della teleferica e del parcheggio. La Cividini, invece, viene esclusa e decide di fare ricorso al TAR che la riammette. A questo punto ci si aspetterebbe che dopo la battaglia legale la Cividini partecipi ma non succede nulla di ttutto questo. La Cividini non presenta nessuna proposta.
La Collini SPA è stata coinvolta in un’indagine che ad aprile del 2010 ha portato il titolare Fabrizio Collini a patteggiare una pena di due anni e tre mesi per turbativa d’asta e corruzione oltre al risarcimento dei danni: 8 milioni di euro allo Stato.
L’inchiesta di Padova
A Padova Parcheggi Italia avrebbe dovuto realizzare un parcheggio da 490 posti auto in Piazza Rabin. Il primo projectfinancing nella città è però sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti della Procura. Una segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione del parlamentare PD Alessandro Naccarato. Le contestazione al progetto sono le stesse che si potrebbero rilevare a Bergamo: si possono cambiare le condizioni del project financing senza fare una nuova gara d’appalto? La variazione dell’assetto societario non presupporrebbe la decadenza della convenzione stessa? Anche a Padova Parcheggi Italia arriva a controllare il 68% delle quote (esattamente come a Bergamo) rilevando le quote della Sinloc (20%) fuoriuscita dal progetto. I carabinieri hanno acquisito la documentazione inerente la concessione su mandato della Procura.
E le puntate successive?