Gorle – Khoukh Aziz pagava d’affitto 1000 euro al bimestre, pur avendo un contratto regolare da 700 euro. Ora ne paga solo 1327,17 all’anno. Sono molti, infatti, a pagare un affitto in nero parziale, cioè con in mano un contratto regolare, costretti in vario modo dai proprietari a pagare un extra in contanti.
Quando Aziz si è rifiutato di continuare a pagare in contanti e ha iniziato a pagare in assegni l’intera somma richiestagli, inizialmente il suo padrone di casa ha accettato, emettendo una ricevuta per i soli 700 euro di affitto. Arrivati al quarto pagamento però il proprietario si è insospettito e ha avanzato la pretesa di riscrivere il contratto passando da 700 a 1000 euro bimestrali.
E’ stato allora che Aziz si è rivolto ad As.I.A. (Associazione Inquilini e Assegnatari), chiedendo se era tenuto a modificare il contratto come richiesto dal padrone di casa, cosa che ovviamente non era costretto a fare. Ma al tempo stesso ha scoperto come rientrare dei soldi regalati in nero per anni: poteva ottenere un nuovo contratto d’affitto a canone irrisorio se avesse dimostrato d’aver pagato almeno una parte dell’affitto in nero.
Per ottenere il nuovo contratto serve, quindi, una prova, nel caso di nero totale, del fatto che si abita in quella casa (è sufficiente una bolletta della luce), mentre nel caso di nero parziale si deve dimostrare che effettivamente si pagava di più (Aziz aveva gli assegni da 1000 e le ricevute da 700 euro); si denuncia così la situazione all’agenzia delle entrate presentando anche la visura catastale dell’immobile e, se riconosciuta veritiera la condizione di nero, si ottiene in automatico un nuovo contratto d’affitto a canone annuo pari al triplo della rendita catastale, cioè solitamente molto meno di quanto si pagherebbe nello stesso appartamento a canone di mercato. Aziz ha ora un contratto regolare e paga 110 euro al mese.
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