Trescore Balneario – Il 23 maggio Triumph, azienda leader nel campo dell’intimo, ha convocato un incontro con le lavoratrici per annunciare il prossimo trasferimento dell’azienda a Segrate. I responsabili dell’azienda hanno dichiarato di rendersi conto del disagio che molte lavoratrici dovranno affrontare a causa del trasferimento, ma l’azienda si è detta disponibile a fare in modo che tutte possano continuare a lavorare. Attualmente l’attività commerciale si svolge in un immobile di proprietà della multinazionale tedesca e non è quindi semplice cogliere le motivazioni che spingono l’azienda a lasciare l’immobile per trasferirsi in locazione a Segrate.
Le lavoratrici, frastornate dall’annuncio, hanno iniziato a confrontarsi e sembrano determinate a chiedere trasparenza sulle ragioni del trasferimento e, nel caso non ci siano alternative, sono altrettanto decise a mantenere il proprio posto di lavoro, facendo qualche sacrificio, ma anche contrattando con l’azienda buone condizioni per tutte. L’azienda ha poi organizzato un secondo incontro il 19 giugno a cui è seguita una lettera di alcuni lavoratrici organizzate nello SLAI COBAS in cui chiedono un incontro con l’azienda. In seguito alla lettera, l’ufficio personale ha convocato individualmente le lavoratrici con figli per offrire loro un buonouscita in cambio delle dimissioni. Invece della dichiarata volontà di difendere il posto di lavoro di tutte, l’azienda ha iniziato subdolamente a fare leva sulle difficoltà delle lavoratrici che ha ritenuto più fragili per incentivarle a licenziarsi. Le donne interpellate non ci stanno e a questo punto l’ insistenza del responsabile si fa più stringente e le minacce di ripercussioni, non sono nemmeno più tanto velate: il responsabile dice che può diventare cattivo, che se le lavoratrici scelgono di continuare a lavorare dovranno farlo alle condizioni dettate da lui.
L’azienda non ha ancora fornito una comunicazione scritta riguardo le modifiche delle modalità di lavoro in seguito al trasferimento. A tal proposito le lavoratrici avevano avanzato una proposta di riduzione della pausa pranzo da un’ora a mezz’ora per consentire l’uscita anticipata e recuperare in qualche modo il tempo speso per recarsi a Segrate. A questa richiesta l’azienda ha risposto dicendo che la riduzione non era possibile, ma sarebbe stata richiesta mezz’ora di lavoro in più tre giorni a settimana per fornire assistenza commerciale ai negozi Triumph sparsi sul territorio che rimangono aperti fino a sera.
Le lavoratrici hanno scritto una lettera nella quale spiegano le loro le loro ragioni e le loro preoccupazioni in merito alla situazione lavorativa che stanno vivendo e chiedono una maggiore attenzione da parte degli enti preposti e dai media. Dalla lettera si evince che alcune lavoratrici hanno avuto l’impressione che il vero obiettivo dell’azienda non fosse, come detto nei primi incontri, quello di agevolare il loro trasferimento, ma quello di ottenere le dimissioni delle persone assunte a tempo indeterminato per favorire contratti a tempo determinato o atipici. In questo modo l’azienda avrebbe a disposizione lavoratrici, magari giovani e senza famiglia, più flessibili negli orari e più inclini ad accettare condizioni di lavoro peggiori.
La multinazionale negli anni passati aveva già trasefrito la produzione all’estero e nel 2010 i lavoratori avevano dovuto anche assistere alla chiusura del magazzino. Dai circa 300 lavoratori del 2005 alla cinquantina di impiegati attuali, il territorio ha registrato un progressivo disinvestimento che ha fatto perdere molti posti di lavoro. L’ipotesi di trasferimento a Segrate potrebbe rivelarsi il triste epilogo.
[…] Riproduciamo l’articolo di bgreport.org pubblicato in data […]