Bergamo – Come preannunciato nei giorni scorsi la Lega Nord alle 11 di mattina ha dato vita a un presidio di protesta contro la presenza di una decina di profughi nella parte inutilizzata della casa di riposo di via Gleno. I richiedenti asilo che dovranno aspettare fino a febbraio 2016 perchè la commissione si pronunci sul riconoscimento del loro status di rifugiati, sono arrivati a Bergamo da soli due giorni. Ma la Lega non ha perso tempo nel tentare di alimentare il clima d’odio.
Denunciano il business dell’accoglienza, ma scelgono di manifestare dove ci sono i profughi e non sotto le sedi degli enti che la gestiscono. Un’accoglienza che ha già dimostrato tutti i suoi limiti negli anni passati quando al governo c’era la Lega, che garantiva profitti più alti per chi si accreditava per l’accoglienza. Con Maroni gli euro che la Caritas incassava per l’accoglienza erano 46 contro i 35 attuali, ma allora i padani governavano e le loro energie erano concentrate altrove.
A protestare contro la presenza razzista e xenofoba della Lega oggi ci hanno pensato alcune decine di abitanti del quartiere che con un passaparola si sono velocemente mobilitati. La manifestazione spontanea partita dalle case popolari ha visto giovani e adulti, migranti e italiani, occupati e inquilini regolari fianco a fianco nel ribadire che il quartiere non è disposto ad accettare tentativi di alimentare guerre tra poveri.
Tra l’altro la Lega continua a chiudere gli occhi di fronte a un dato ormai evidente: l’Italia non è più meta di immigrazione, ma è diventata solo il paese di approdo per chi ha intenzione di spostarsi verso altre destinazioni, più allettanti dal punto di vista economico. La crisi infatti sta costringendo gli stessi bergamaschi ad andarsene per cercare fortuna altrove, se solo i leghisti fossero più attenti al territorio invece che alle poltrone, se ne renderebbero conto.