Treviglio – L’amministrazione comunale di Treviglio, ha recentemente deciso di stralciare dal PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) la Valle del Lupo, una zona a nord-ovest di Treviglio, posta nell’ultimo tratto comunale della roggia Vailata, accanto alla via Canonica, all’altezza di Castel Cerreto. La scelta renderebbe l’area in questione edificabile, o comunque soggetta ad altri utilizzi, e ha dato inizio a un’accesa polemica, poichè non sono chiare le motivazioni che soggiacciono a questo taglio molto consistente del Parco (circa 44 ettari di terreno).
La Valle del Lupo è considerata uno dei luoghi di maggior pregio naturalistico della Bassa Bergamasca e per questi motivi fa attualmente parte del PLIS della Geradadda, istituito nel 2006 con un accordo tra le amministrazioni comunali di Fara Gera d’Adda, Pontirolo, Casirate, Ciserano, Arcene e Treviglio.
Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale è una risorsa significativa per il territorio in cui ha sede: esso rappresenta una sorta di “barriera” contro l’urbanizzazione e l’edilizia, e favorisce lo sviluppo di una “rete ecologica” tra spazi verdi, limitando l’isolamento delle singole aree naturali.
Il sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni è stato soggetto a molte critiche per questa decisione, e in prima battuta ha fornito alcune spiegazioni. La prima riguarda la volontà di costruire all’interno del parco una struttura privata per anziani. Le perplessità riguardo questa spiegazione sono molteplici. Innanzitutto l’estensione del parco è di ben undici volte superiore all’area necessaria alla costruzione della stuttura, e in secondo luogo non si capisce perchè sia necessario svendere un’importante area di verde pubblico cittadino in favore di un privato.
Il sindaco ha dichiarato anche che l’eliminazione del parco dal PLIS permetterebbe al comune di risparmiare sui costi di gestione e manutenzione dello stesso. Questo è sicuramente vero, anche se si può immaginare che i 906 euro annui necessari per mantenere l’area verde non siano una voce così rilevante nel bilancio di un comune di 30.000 abitanti.
Successivamente il sindaco ha affermato che la zona del parco sarà interessata alla costruzione della Bergamo – Treviglio, ovvero la bretella autostradale che dovrebbe collegare le non ancora esistenti Bre.be.mi e Pedemontana. Questa motivazione è estremamente più interessante poiché dimostra per l’ennesima volta il disastroso impatto ambientale che le grandi opere in corso di costruzione nella nostra provincia, di cui molti esperti e cittadini proclamano l’inutilità, avranno sulle realtà locali.
La mancanza di risposte convincenti induce la cittadinanza al sospetto che lo stralcio del PLIS, con l’eliminazione del vincolo di non edificabilità cui sono soggette tutte le aree facenti parte del Parco, rappresenti un primo passo per una successiva modifica delle destinazioni d’uso dei territori coinvolti. Da agricoli, con opportuno intervento sul Piano di Governo del Territorio, possono essere convertiti in edificabili. In sintesi è molto forte nei cittadini il timore che il Parco venga eliminato per fare posto, in un futuro non troppo lontano, a condomini, capannoni e autostrade.
Nel frattempo un gruppo di trevigliesi, prevalentemente giovani e studenti, ha lanciato una raccolta firme per salvaguardare il parco, facendosi conoscere tramite una pagina Facebook (Parco della Geradadda – La Valle del Lupo).
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Per il momento la posizione di chi critica questa nuova apertura alla cementificazione di nuovi territori destinati a parchi mi sembra più che condivisibile, certo l’ analisi del problema è a catrattere più generale, ma intanto bisogna bloccare le iniziative che spingono ad ulteriore cementificazione della Pianura Padana ed in particolare della LOMBARDIA, territorio tra i più costruti d’ italia.
Notiamo che come risposte ad un nuovo modello di “sviluppo”sostenibile vengono come sempre date opere impattanti dal punto di vista ambientale ed erosive del suolo agricolo. Le opere stradali menzionate devono necessariamente essere costruite? o non sono che l’ ennesimo scempio del patrimonio che cewrchiamo disperatamente di difendere?
Donatello S.