Bergamo – Dopo l’annuncio del ricorso al TAR, oggi pomeriggio il comitato di Zingonia ha organizzato un presidio in via XX settembre davanti alla sede della Regione Lombardia, che insieme a provincia, ALER e i cinque comuni (Ciserano, Verdello, Verdellino, Osio Sotto e Boltiere) ha sottoscritto l’accordo di programma della discussa riqualificazione dell’area di Zingonia. Erano presenti circa un centinaio di persone, tra cui numerosi abitanti dei sei palazzi destinati alla demolizione.
Diversi interventi al microfono hanno testimoniato la forte situazione di precarietà e di disagio. Infatti gli abitanti sottolineano la mancanza di supporto e di garanzie da parte dei comuni interessati. A dicembre, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, le istituzioni si sono limitate a parlare genericamente di mobilità. La mancanza di reali alternative abitative creano un futuro incerto per gli abitanti, che oggi pomeriggio simbolicamente sono scesi in strada.
Per gli indennizzi è stata fissata la soglia di 4,2 milioni di euro. La cifra, divisa per 209 appartamenti, non restituirà di certo i soldi spesi dalle famiglie per comprare le case. Infatti in quegli appartamenti vi sono affittuari, proprietari di case e chi sulle spalle ha un mutuo che rischia di pagare pur avendo come prospettiva la perdita della abitazione stessa. L’unica parvenza di soluzione è data da una ricollocazione in case ALER che però non interesserà più del 50% degli abitanti. Inoltre a tutto questo si aggiunge la possibilità dell’ esproprio, se gli abitanti si rifiutassero di accettare queste proposte. Un’ipotesi che porterebbe al riconoscimento dell’emergenza abitativa e che permetterebbe di assegnare case agli abitanti delle torri alloggi, in deroga alle graduatorie. Ma così facendo, perderebbero le loro proprietà, diventando inquilini e ricominciando a pagare l’affitto.
Gli abitanti denunciano questa manovra che ha il sentore di una speculazione che grava sulle loro vite. Inoltre sottolineano l’inadempienza delle istituzioni che non hanno mai realmente voluto risolvere il problema del degrado.
Durante il presidio sono stati costruite delle case di cartone e la piazza è stata arredata con alcuni mobili. Inoltre è stato innalzato un muro di mattoni davanti alla Regione per simboleggiare le case che rischiano di essere sottratte agli abitanti delle torri.
Proprio per questo, il presidio si è sciolto lasciando i mobili davanti alle sede, per sottolineare ancora una volta il diritto all’abitare: un diritto che sembra essere sempre più svuotato della sua importanza.
Alcune voci degli abitanti delle torri:
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