Verdellino – E’ una sala gremita quella che ospita la presentazione dell’accordo di programma per la riqualificazione di Zingonia, firmato il 29 Ottobre. I relatori sono di prestigio: l’assessore provinciale alle grandi infrastrutture Lanzani, i dirigenti della Regione Landoni e Nova e tutti e cinque i sindaci dei comuni interessati (Osio Sotto, Ciserano, Verdellino, Boltiere e Verdello). Seduti tra il pubblico molti consiglieri comunali, i parroci, l’ex assessore Belotti, Marzia dell’ALER e rappresentanti di banche e imprese del territorio. L’ingegnere Bonomelli, di Infrastrutture lombarde s.p.a., presenta il progetto e parla di comunity organizing, di riqualificazione della viabilità, dell’importanza di realizzare una rotonda lungo Corso Europa, della possibilità di tracciare linee bianche sulla carreggiata per ricavarne una pista ciclabile (mostra al pubblico addirittura una strada degli Stati Uniti per fornire un esempio chiaro). Bonomelli insiste sulle risorse che esistono sul territorio, per valorizzarle, senza focalizzarsi sulle criticità. Ma nell’intervento non si indica cosa verrà costruito in quell’area e l’unico obiettivo sembra quello di abbattere le torri. L’unica indicazione che Bonomelli riesce a dare è che quell’area non sarà più destinata a residenzialità, ma si limita a dire che sarà usata per qualsiasi altro tipo di destinazione. E’ difficile essere credibili quando si parla di comunity organizing, se poi nel progetto la comunità deve scomparire da quell’area. Quello che si vuole distruggere è molto chiaro, quello che si vuol cotruire rimane ignoto. Il relatore si sofferma sui finanziamenti per sottolineare lo sforzo concreto di regione Lombardia che stanzia 5 milioni e ALER che ne prevede 1, 7. Le parole si sprecano ma in pratica si capisce soltanto che le sei torri verranno abbattute e nulla viene detto rispetto al destino di coloro che le abitano.
Le istituzioni si limitano a parlare genericamente di mobilità. E allora una variabile non prevista inizia a rumoreggiare all’interno della sala: sono gli abitanti delle torri che, nemmeno menzionati da coloro che siedono sul palco, hanno voglia di dire la loro. Hanno appena formalizzato la loro costituzione in Comitato e un loro portavoce legge un comunicato a nome di tutti. Ma non si limitano a questo intervento, dalle sedie iniziano a alzarsi uno dopo l’altro dicendo che si sentono presi in giro, che molti di loro quegli appartamenti se li sono comprati, dopo tante fatiche, e che non sono certo disposti a farsi espropriare senza aver capito che fine faranno.
La vaghezza delle parole degli amministratori stride con la necessità di certezza e garanzie per i residenti. Nonostante tutto perché nessuno è particolarmente entusiasta di vivere lì, a nessuno è piaciuto vivere mesi senza acqua o senza ascensore pur abitando all’ottavo piano. Ma queste persone sono rimaste a Zingonia perché di alternative non ne avevano. L’assenza delle istituzioni ha contribuito a un degrado crescente, che oggi viene utilizzato per giustificare un intervento speculativo di tale portata. Chi ha pagato mutui ventennali ora rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano. Si parla di indennizzi che ammonterrebbero a 6000 euro per appartamento. Marzia, direttore di ALER Bergamo, ha dichiarato che “la mobilità verrà garantita nelle modalità più opportune”. I residenti chiedono di conoscere queste modalità, chiedono di essere informati e consultati, appaiono stizziti e non sembrano disposti a giocare il ruolo di meri spettatori di un progetto che cambierà le loro vite. Il rischio è che per queste persone (anche i proprietari) venga riconosciuta l’emergenza abitativa causata dagli espropri e vengano loro assegnati alloggi in affitto in deroga alle graduatorie, perdendo le poro proprietà e diventando inquilini.
Un’ultima nota riguardo la presenza di Belotti, consigliere di Infrastrutture lombarde s.p.a.: da buon politico ha probabilmente intuito che non sarebbe filato tutto liscio in questa assemblea e ha preferito rimanere spettatore; nonostante in molti nella serata abbiano sottolineato il suo ruolo nel promuovere questo intervento, si è limitato a proferire una sola parola durante tutta la serata: “Atalanta” per sottolineare un importante patner presente sul territorio. La sensazione dopo l’assemblea di lunedì è che la sua fede calcistica non gli consentirà di dribblare le sue responsabilità . Non basta più nominare l’Atalanta per distogliere l’attenzione da chi ha voluto questo progetto insieme all’assessore Zambetti, arrestato con l’accusa di aver comprato i voti dalla ‘ndrangheta. Anche perchè questa volta i cittadini non sembrano disposti a subire ancora.