Aeroporto di Orio: le responsabilità della politica

Orio al Serio – La camminata di sabato pomeriggio, indetta dai comuni di Azzano, Bagnatica, Bolgare, Brusaporto, Cavernago, Grassobbio, Grumello del Monte, Orio al Serio, Lallio, Seriate, Stezzano, insieme al coordinamento dei comitati aeroportuali di Azzano, Bagnatica, Bergamo, Grassobbio, Orio al Serio, Seriate e Treviolo, ha riacceso i riflettori su una vicenda che da anni resta irrisolta: lo sviluppo dell’aeroporto di Orio al Serio. La protesta della cittadinanza era rivolta in particolare contro SACBO, colpevole di non aver ancora interrotto i voli notturni e di ritardare ancora nella stesura di un piano di zonizzazione acustica mediante l’Enac.

Durante la manifestazione, da più parti si è definito quello di Orio uno “sviluppo incontrollato”: in effetti, i voli in 24 ore sono già 246, di cui 13 tra le 23 e l’una di notte (fonte dati: sensitive.io, software di monitoraggio opensource). Nato nel 1970 per voli commerciali, l’hub di Orio inizia a ingrandirsi negli anni 90, a seguito di corposi investimenti da parte della società gestrice, SACBO (acronimo di Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo – Orio al Serio). La svolta vera e propria però è costituita dall’avvento dei voli low cost, all’inizio degli anni Duemila: dal 2003 (anno di primi accordi con Ryanair) ad oggi, infatti, la crescita dello scalo è stata costante, giungendo a 25 milioni di passeggeri nel 2010. Ad oggi, comunque, non ci sono segni di arresto: l’aeroporto ha tagliato da poco il traguardo delle 10.400.000 presenze nel 2015, divenendo il terzo più trafficato in Italia. Insomma, la situazione attuale non è certo giunta all’improvviso e le istituzioni (locali e non) avrebbero potuto mobilitarsi dieci anni fa, quando già erano presenti tutte le avvisaglie di quanto sarebbe successo: una miopia politica notevole, e (forse) aiutata dalle onerose tasse che l’aeroporto versa al comune di Orio.

Ma questa è acqua passata: negli ultimi anni, complici anche le numerose lamentele da parte dei cittadini, la causa dell’aeroporto è stata presa molto a cuore dagli amministratori locali, che l’hanno posta al centro di numerose vicissitudini anche legali. In questi anni, i sindaci dei comuni limitrofi hanno ingaggiato una vera e propria battaglia contro SACBO: dal 2013 infatti l’aeroporto è privo di piano del rumore, a seguito di una sentenza del Tar di Brescia che ne dichiarava l’illegittimità dei criteri; secondo il tribunale, il piano doveva essere ricompilato conformemente alle Valutazioni ambientali strategiche. Nulla però si era poi mosso, nonostante le lettere e i richiami da parte dei comuni. Due mesi fa, dal momento che l’Enac (ente nazionale aviazione civile) non si era attivata per effettuare misure contenitive del rumore, i sindaci di Orio al Serio, Azzano San Paolo, Bagnatica, Bolgare, Brusaporto, Costa di Mezzate, Grassobbio e Seriate avevano presentato alla procura di Bergamo un esposto contro l’ente per omissione di atti d’ufficio. In realtà, Enac si è difesa affermando di aver convocato la commissione aeroportuale il 21 settembre e sottolineando che ci sono stati ritardi da parte dei comuni nella trasmissione dei dati sulla popolazione residente.

La battaglia non è però solo locale: alla camminata hanno partecipato infatti anche gli assessori regionali alle infrastrutture (Sorte) e all’ambiente (Terzi); i due hanno precisato più volte di non protestare contro l’aeroporto in sé, ma contro la mancanza di regolamentazione e di rispetto della normativa, che tanto influisce sulla vita di chi abita nei dintorni di Orio. Nel caso della Terzi, c’è da crederle davvero, dal momento che due giorni prima era stata fotografata sorridente di fianco al patron di Ryanair, in occasione dell’apertura dell’hangar di manutenzione aerei proprio ad Orio. Curiosa in quell’occasione la presenza dell’assessora all’ambiente, che non ha ritenuto necessario in quella sede ricordare a SACBO le sue inadempienze verso i cittadini, gridate invece a gran voce al microfono sabato pomeriggio.

Anche il sindaco di Bergamo, comunque, non si trova in una posizione comoda: infatti ha preferito non aderire all’esposto dei comuni, riconoscendo ad Enac la buona volontà di aver intrapreso il processo formale in vista della valutazione ambientale strategica, necessario requisito per la zonizzazione acustica. Inoltre, risale allo scorso Giugno la richiesta congiunta di Gori e di Radici (presidente di SACBO) alla Regione Lombardia per un collegamento ferroviario “con standard europei” tra Orio e Bergamo, a conferma delle prospettive (condivise) di ampliamento dello scalo.

Inoltre, nella giornata di sabato ha preferito non partecipare alla manifestazione, dopo essere intervenuto sulla questione per modificare a luglio il piano delle rotte dell’aeroporto, prevedendo atterraggi da ovest e migliorando così sensibilmente la situazione del quartiere di Colognola, il più penalizzato dall’inquinamento acustico degli aerei. Non stupisce, dunque, che nè il sindaco nè il comitato di Colognola fossero presenti alla camminata. La posizione di Giorgio Gori resta inoltre particolarmente scomoda per un’altra ragione: infatti il comune di Bergamo è terzo azionista di SACBO, dopo Sea (che gestisce anche gli aeroporti di Linate e Malpensa) e Unione banche italiane e questo conflitto di interessi impedisce evidentemente al sindaco una presa di posizione forte a favore della cittadinanza.

Resta tuttavia da chiedersi se sia davvero il ruolo delle amministrazioni (locali e non) quello di tutelare gli interessi economici di una grande azienda a scapito della salute dei cittadini.

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