Da circa un mese è stata aperta la nuova area del carcere di Bergamo, che ha una capienza di circa 80 posti, destinata a coloro che sono sotto “custodia attenuata”, cioè per detenuti definitivi (o imputati appellanti). Ormai da tre anni era prevista l’apertura della nuova sezione penale, ma i mancati finanziamenti da parte del governo per la formazione di nuovi agenti di custodia ne hanno ritardato l’utilizzo. In primis il ministro Alfano ha infatti dichiarato, riguardo alla situazione bergamasca, che: “l’attuale congiuntura economica non consente un aumento dell’organico”. Nessun disegno di legge presentato dal ministero della Giustizia sulla costruzione di nuove carceri e nessun parziale finanziamento della regione, per assistere i carcerati e le loro famiglie, sono serviti a migliorare la situazione allarmante del carcere di via Gleno.
Nella struttura, infatti, sono rinchiuse circa 530 persone in uno spazio progettato per poco più della metà e si è superata la “capienza di necessità”, che prevede due detenuti per cella, arrivando alla “normale” convivenza di tre persone per stanza. Circa il 50% dei detenuti è legato alla microcriminalità e le carcerazioni di brevissima durata (che in tutta Italia sono stimati a circa un terzo degli ingressi) anche a Bergamo causano un sovraffollamento oramai ingestibile.
Infatti, dalle dichiarazione di persone che sono entrate nel carcere, emerge una situazione critica: non vi è una reale distinzione, in base a reati commessi, fra i carcerati e una buona parte di questi presentano patologie psichiatriche,disturbi comportamentali e tossicodipendenze.
Situazioni così drastiche in tutte le carceri italiane hanno portato a più di 70 suicidi e centinaia di tentati suicidi solo nel 2009 e anche a Bergamo vi sono stati un suicidio e un tentato suicidio con la successiva protesta dei detenuti. Non solo le situazioni dei reclusi è disarmante ma anche la situazione stessa degli edifici carcerari e giudiziari. Basti pensare che il tribunale dei minori di Brescia si trova in un condominio, che presenta carenze sotto l’aspetto della sicurezza, dell’igiene e della riservatezza, come dichiara il Presidente della Corte di appello di Brescia Marra; Si è addirittura scoperto che nello stabile vi era un call center che smistava prostitute cinesi in tutta la Lombardia.