Bergamo – Questa è la storia di Hassan Kharmoud, migrante marocchino che per oltre 20 anni ha vissuto e lavorato come operaio edile e camionista in provincia di Bergamo.
A causa della crisi del settore, come molti operai della sua stessa categoria, da un anno e mezzo Hassan non lavora più e fa fatica a pagare l’affitto. Si rivolge,dunque, ai servizi sociali e al sindacato As.I.A.-USB, tramite cui presenta la domanda di casa popolare nel comune di Bergamo risultando primo in graduatoria definitiva.
Nel frattempo, il proprietario di casa decide di avviare l’iter per lo sfratto. Il comune di Almè decide di aiutare Hassan, proponendo al proprietario di casa di pagare l’affitto fino alla data dell’avvenuta assegnazione della casa popolare. Il sindaco si presenta addirittura all’uscita dell’ufficiale giudiziario per mediare e cercare una soluzione.
Il proprietario, di contro, non vuole sentire ragioni fa ripetute pressioni alla famiglia. Inoltre decide di non accettare la proposta del comune e di procedere allo sfratto. Questo avveniva in data 27 giugno, mentre il comune di Bergamo non aveva ancora proceduto con l’assegnazione della casa che spetta di diritto alla famiglia, lasciandola dunque senza soluzioni.
A questo punto il comune di Almè decide di pagare un albergo alla madre e alle figlie per due settimane, mentre il padre finisce a dormire in macchina. Sarebbe stato più economico pagare l’affitto al padrone di casa, ma l’ostinazione del proprietario non l’ha permesso.
Si arriva perciò all’epilogo di lunedì 13 luglio, quando il comune di Almè esaurisce i soldi da destinare alla tutela della famiglia e soprattutto dei minori. La madre Nadia e le tre figlie piccole sono costrette ad abbandonare la loro sistemazione provvisoria e si ritrovano al punto di partenza: sotto il sole, con i bagagli, in mezzo alla strada.
A questo punto insieme al sindacato As.I.A.-USB inizia la ricerca di un alloggio provvisorio: vengono passati in rassegna i servizi sociali, la Caritas, diverse diocesi e parroci, associazioni e cooperative che gestiscono strutture dedicate all’accoglienza, ma nessuna soluzione sembra possibile.
L’unico appoggio temporaneo viene fornito da un amico algerino solidale, che ospita la famiglia in casa propria sistemando un materasso in garage.
A causa dei ritardi e dei rinvii nelle assegnazioni delle case popolari da parte del comune di Bergamo, dunque, famiglie con minori si ritrovano in mezzo a una strada, senza avere accesso a quell’alloggio popolare di cui sono titolari a pieno diritto.
Questa vicenda dimostra che i progressi sbandierati dal comune nel velocizzare le assegnazioni sono ancora insufficienti, e questa famiglia prima in graduatoria a cui spetta di diritto un alloggio si ritrova a vivere tra una macchina e un garage.